La newsletter on-line di studio romiti



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#16001

 1 

ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015— GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

ROMITI

 

BUSINESS 

OPPORTUNITIES 

 

NUMERO 1/2015 - GENNAIO/FEBBRAIO 2015 



LA  NEWSLETTER ON-LINE  

DI STUDIO ROMITI 

Rassegna delle più attuali opportunità commerciali        

e formative per banche grandi e piccole 

 

ERRE 



COME 

ROMITI

  

        

BI

 COME 

BUSINESS 

 

              

O

 COME 

OPPORTUNITIES

 

 

 

Definizione di TSIPRITE 

Malattia sempre più diffusa, anche a seguito della cri-

si finanziaria generalizzata, consistente nell’irresi-

stibile tendenza a non pagare i propri debiti piangendo 

una miseria largamente superiore a quella reale.  

Il nome deriva dal noto populista greco del XXI secolo 

ALEXIS TSPIRAS, autorevole sostenitore della filosofia 

Perché pagare quando se ne può fare a meno?”.



 

UN SECOLO FA (1915)  

SULL'EUROPA  LA MINACCIA    

"I P R I T E" ... 

OGGI (2015) L’EPIDEMIA  

 "T S I P R I T E" ... 

 

 

 



 

 

 



 

 

 



U n i c a   c u r a   s i n o r a   c o n o s c i u t a: 

Dosi adeguate di  

TELEPRESSING by Romiti 

(Vedi interno) 



 2 

ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015—GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

I N D I C E 

 

L’intervista al polemista: 



 

    


Grecia o non Grecia, dove va l’Europa?

 

 



Come curare la Tsiprite incombente? Semplice, con il Telepressing 

 

     by Romiti



 

 

Novità in casa Romiti: 



Modello Agora’ Banca

 

 

Il programma del mese: 



 

   


Il cassiere oggi: meno banconote da maneggiare, tanti clienti cui telefonare

 

 



Rubrica: 

“L’avevamo detto noi...”

 

 



 

L’angolo della satira

 

 

 



 

pag.  9 


Non perdetevi i  

numeri precedenti di    ERRE.BI.O.! 

Se non vi sono pervenuti,  o non li avete più,  

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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015— GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

GRECIA O NON GRECIA, DOVE VA L'EUROPA? 

(ovvero): 

DAI "DESCAMISADOS"ARGENTINI DEL PASSATO  

AI "DESCRAVATADOS" GRECI DI OGGI:  

SEMPRE E COMUNQUE GUAI IN VISTA ... 

L’INTERVISTA AL POLEMISTA by Romiti 

RUBRICA 

(Intervista al Dr. Roberto Romiti ) 

D: Dunque, Dr. Romiti, di cosa ci occupiamo in questa prima "intervista al polemista" dell'anno 

2015? 

R: Direi, doverosamente, dell'argomento di maggiore attualità del momento: la recente vittoria alle 

elezioni greche di Syriza (la sinistra estrema dell'ultra-populista Tsipras) che oggi come oggi tanto 

preoccupa dal punto di vista politico e finanziario il resto d'Europa ... 

D: E' un bel problema, se la Grecia esce dall'Europa rischia di crollare tutto! Lei che è da sempre un 

convinto europeista come la vede la cosa? 

R: Glielo sintetizzo con un titolo di una famosa commedia di tanti decenni fa: MOLTO RUMORE PER 

NULLA! 

D: Ma cosa dice, sta scherzando? Sarebbe la prima volta che un paese fuoriesce dall'Unione, con 

tutte le imprevedibili conseguenze ... 

R: Come sempre La invito a ragionare con la Sua testa e a non farsi condizionare dai tanti che parla-

no e straparlano per sentito dire, senza alcuna reale, profonda cognizione dei fatti. 

D: E questi fatti, scusi, quali sarebbero? 



R: Glielo dico subito ma cerchiamo anzitutto di distinguere: si parla di pericolo uscita dall'Unione Eu-

ropea o semplicemente dalla moneta unica? Cerchiamo di avere in materia, una volta tanto, le idee 

chiare: con l'ignoranza guardi che si va poco lontano! 

D: Si spieghi meglio ... 



R: Ricordo ai lettori che già da tempo esistono nel vecchio continente paesi, tra l'altro non certo tra i 

più scassati, che fanno parte dell'Unione senza aver aderito all'euro: in Gran Bretagna circola ancora 

la sterlina e in Danimarca la vecchia corona, tanto per fare due banali esempi. Dubito fortemente al 

riguardo che anche un povero esaltato come Tsipras possa seriamente pensare di uscire dall'Unione 

Europea, con tutti gli aiuti che il suo paese ha ricevuto in questi ultimi 20 anni, senza i quali il signor 

primo ministro ellenico sarebbe ancora intento ad allevar pecore e mangiar olive e cipolle. Aiuti che 

Per la serie 

"LE OPINIONI CONTROCORRENTE DI ROBERTO ROMITI" 

questo mese ci occupiamo di un problema di grande attualità: 

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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015—GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

con tutta evidenza il grande stratega conta decisamente di ricevere ancora a lungo in futuro ... 

D: Si tratterebbe quindi solo di tornare alla dracma? 



R: Beh, diciamo subito che in caso di rottura tra le due parti questo appare, oggi come oggi, lo sbocco 

più probabile della querelle. È da dire peraltro che tutto è sempre possibile e nulla si può mai ragione-

volmente escludere quando si ha a che fare con soggetti tendenzialmente truffaldini secondo cui 

quando c'è da arraffar qualcosa "due più due fa cinque" mentre quando invece c'è da rimborsar debi-

ti vale il "due più due fa zero". Ciò premesso mi sembra chiaro che la masochistica libidine che attual-

mente attanaglia i nostri amici ellenici è semplicemente quella di uscire dall'euro, per poter tornare a 

stampar liberamente carta straccia in quantità industriale senza i fastidiosi limiti imposti dall'austeri-

ty e gli odiosi rimbrotti da parte della Troika.  

D: Non si ergerà mica adesso a difensore della Troika? 



R: Io non difendo nessuno, mi limito ad esporre i fatti; le ideologie più o meno sgangherate le lascio 

volentieri agli altri. Comunque mi lasci finire: a proposito di Troika voglio porLe un quesito. Fra i tanti, 

tantissimi scalmanati che quasi tutti i giorni inveiscono contro, quanti sanno di che si tratta esatta-

mente e da chi è effettivamente composta? Siccome La vedo in difficoltà nell'esternare una stima 

gliela faccio io: il due per cento ad esagerare ... 

D: Può darsi, ma Lei non mi ha ancora detto perché, contrariamente all'opinione prevalente, l'uscita 

della Grecia dall'Unione Europea od anche soltanto dall'euro rappresenterebbe secondo Lei un even-

to ben poco catastrofico ... 



R: Ben volentieri Le rispondo. Dal punto di vista semplicemente numerico molti dimenticano che il 

Prodotto Interno Lordo dell'intero stato greco (inferiore a quello di una provincia italiana di un certo 

peso come ad esempio quella di Vicenza) rappresenta sul totale europeo sì e no uno striminzito zero 

virgola qualcosa, praticamente un niente, ragion per cui l'eventuale distacco costituirebbe per l'Unio-

ne una perdita assolutamente insignificante, anzi sotto certi aspetti addirittura un vantaggio! 

D: Addirittura un vantaggio, questa mi sembra proprio un'esagerazione! 



R

: Sotto il profilo squisitamente finanziario appare assolutamente incontrovertibile che un alleggeri-

mento del numero dei questuanti improduttivi, in qualunque paese ed a qualunque latitudine, non 

può che portare a risultati positivi; il vero problema, caso mai, è di natura politica e si concentra 

sull'incognita del cosiddetto "effetto domino" ... 

D: Ce lo spieghi. 



R: Se mi permette il taglio polemico, d'altronde in chiave con lo stesso titolo della nostra intervista, 

diciamo subito e chiaramente che l'imbecillità, soprattutto se condita con il populismo più sfrenato, 

rappresenta da sempre una malattia assai contagiosa ed altrettanto perniciosa. Nella fattispecie altri 

paesi europei, non escluso il nostro, che hanno chiaramente vissuto per decenni al di sopra delle pro-

prie disponibilità e che ora si ritrovano indebitati fino al collo (anche se non al livello drammatico dei 

greci), sarebbero indubbiamente tentati, nel malaugurato caso di successo da parte del 

"descravatado" nei propri truffaldini tentativi di bidonare i creditori, a prenderlo ad esempio imitan-

done le furbesche mosse.  

D: Non mi sembra corretto disprezzare una persona solo perché non usa la cravatta ... 



R: Da privato cittadino il signor Tsipras può fare evidentemente quello che vuole, ma quando va dal 

Presidente della Repubblica di Grecia ad accettare un incarico di primo ministro mi permetta di affer-

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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015— GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

mare a voce alta e senza mezzi termini che almeno in tale occasione dovrebbe pure conformarsi con 

certi aspetti formali consolidati. Il non farlo implica inevitabilmente un mancato rispetto nei confronti 

dell'autorità e delle istituzioni, ergo trattasi di un comportamento da cafone. Chiaro? 

D: Chiarissimo, vada pure avanti ad esporre le sue intransigenti opinioni in proposito ... 



R: Ben volentieri se mi posso permettere una similitudine storica a chiusura del frivolo argomento 

dell'abbigliamento. Ebbene, non so se i lettori più giovani sanno ed i più anziani ricordano che duran-

te la seconda guerra mondiale l'Argentina visse la sua età dell'oro fornendo, ovviamente in cambio di 

dollari sonanti, grano e carne in abbondanza a tutti i paesi belligeranti. Al comando del paese c'era il 

famoso Generale Juan Peron (altro grande rappresentante del partito ideale delle cicale contrapposto 

a quello delle formichine) il quale, acclamato e idolatrato dai suoi fedelissimi e pittoreschi sostenitori 

detti "descamisados" in quanto non portavano camicie (da qui la mia assonanza con gli odierni 

"descravatados"), finì sciaguratamente per dilapidare tutta questa ricchezza in iniziative di pura de-

magogia spianando poi la strada all'arrivo dei generali ed infine alla miseria attuale. 

D: Mi sembra di intuire che Lei si iscrive decisamente al partito delle formichine e non certo a quello 

delle cicale ... 

R: Certo, e me ne vanto, ma torniamo a noi ad evitare che la digressione storica ci porti fuori strada. 

Dunque, teniamo ben presente che tra meno di un anno sono previste elezioni generali in Spagna do-

ve la folta banda di "indignados" e di "podemos" (in chiaro: indignados de pagar, pero podemos no 

pagar!) sta crescendo di popolarità ad ogni sondaggio elettorale. Per questo mi auguro intensamente 

che i tedeschi, nei confronti di Tsipras, onorino sino in fondo la loro fama di intransigenza: un cedi-

mento alla regola che i debiti vanno onorati costituirebbe con tutta evidenza un precedente pericolo-

so e tentatore per tutte le altre cicale alle prese con certe scadenze ... 

D: Mi sembra francamente che Lei parli più o meno come i falchi della Bundesbank ... Ma mi toglie 

una curiosità: come mai ce l'ha tanto con i poveri greci? 

R: Tanto per cominciare potrei rammentarLe che quelli che Lei chiama "poveri greci" solo a noi italiani 

debbono ancora restituire quaranta miliardi di euro sperperati non si sa come. E' una cifra che equi-

vale - mi permetta di ricordarlo ai miei connazionali tanto amici del bellimbusto da averlo perfino 

candidato (in Italia, noti bene!) alle elezioni europee della scorsa primavera - alla bellezza di ottanta-

mila miliardi di vecchie lire, una cifra mostruosa che ricorda per la sua enormità le tanto deprecate 

manovre fiscali con cui lo Stato italiano ha messo periodicamente "le mani nelle tasche dei cittadini" 

suscitando lo sdegno, giustificato o meno, di tanti oppositori! 

D: Ma non è alla Germania che la Grecia deve tutti questi soldi? 



R: Lei è davvero male informato, mi permetta di dirglielo. Secondo dati dello stesso Ministero delle 

Finanze greco aggiornati al settembre 2014 la lista degli stati europei creditori a cui l'affascinante Mi-

ster Tsipras è fermamente intenzionato a non restituire un bel niente, ovvero a pagare nel 2117, è la 

seguente: 

- Germania 60 miliardi, 

- Francia 46 miliardi, 

- Italia (ahimè) 40 miliardi, 

- Spagna 26 miliardi, 

- Olanda 12 miliardi. 

Quello che manca per arrivare allo stratosferico totale di 315 miliardi di euro (ripeto: 315 miliardi di 

euro per un popolo di appena 10 milioni di abitanti) glielo lascio come mancia! 

D: Ma allora la tanto deprecata Merkel quando fa la voce grossa non fa solo gli interessi tedeschi ma 

anche i nostri, e così? 


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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015—GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

R: Certo che è così, e speriamo - nell'interesse di tutti - che l'inossidabile Angela continui a fare imper-

territa, come dice Lei, la voce grossa senza cedere a stupidi buonismi. Tra l'altro non sarà male ram-

mentare ai soliti smemorati che la Grecia, presentando all'epoca livelli totalmente sballati in tutti i 

parametri economico-finanziari da rispettare per entrare in Europa, riuscì nell'epica impresa di farsi 

accettare nell'Unione (e poi di rimanerci) solo ricorrendo in maniera truffaldina alla sistematica falsifi-

cazione dei propri bilanci. 

D: Ma che cosa ci hanno guadagnato i greci con questo voler stare per forza in Europa pur non essen-

done all'altezza dal punto di vista economico-finanziario? In pratica solo la tanto deprecata austerità! 

R: Eviti per favore di dire simili eresie in mia presenza: mica mi chiamo Bertinotti! 

D: Questa, mi scusi, non è una risposta: citi i fatti e non le Sue opinioni politiche che non interessano 

minimamente il lettore. 

R: L'accontento subito: ribadisco fino alla nausea che anni di permanenza abusiva nell'Unione Euro-

pea hanno permesso alla Grecia di ricevere a piene mani, anzi pienissime, non solo aiuti a fondo per-

duto ma anche ingenti prestiti di ogni tipo che hanno consentito ai furbi beneficiari di vivere alla gran-

de, ben al di sopra dei propri mezzi, a spese degli altri partner europei. Pensi, tanto per citare un ba-

nale esempio, che fino a pochissimi anni fa in questo vero e proprio paese di Bengodi la pensione di 

reversibilità per un dipendente statale deceduto spettava non solo alla vedova, ma anche alle figlie 

rimaste nubili ovvero vedove. Sulle divorziate non saprei dirLe, ma Le lascio immaginare il folle, de-

menziale aggravio di costi per il bilancio pubblico! Poi fortunatamente e' intervenuta l'odiata Troika 

affamatrice e portatrice di austerità che ha posto fine (meglio tardi che mai) a questo scandaloso 

sperpero di denaro pubblico! 

D: Questa non la sapevo ... Mi sembra francamente grossa! 



R : Aggiungasi che oltre tutto il debito attuale, seppur mostruoso, rappresenta solo una parte  del ve-

ro debito originale, in quanto già alleggerito dal cosiddetto "hair cut" del 2012. 

D: Hair cut? Cosa c'entra, scusi, il taglio dei capelli? 



R: Nella terminologia finanziaria internazionale, non sempre priva di fantasia, il taglio dei capelli sa-

rebbe appunto il taglio del debito. Quando un debitore, ovviamente piangendo miseria a tutto spiano, 

proprio a mo' di tragedia greca, convince il creditore che non può farcela a rimborsare, si finisce per 

prendere atto che tutto sommato riavere poco e' sempre meglio di niente e si concede realisticamen-

te di abbonare buona parte del debito stesso. 

D: In pratica, se ho ben capito, funziona alla grande il mitico "chiagne e fotti" della miglior tradizione 

partenopea ...  

R: Complimenti per la sagacia! Sta di fatto che, visto che il meccanismo ha già funzionato bene, il be-

neamato furbacchione sta tentando senza pudore il colpo grosso, cioè farsi abbonare anche i debiti 

residui, sempre alla faccia di chi è stato così sprovveduto da fargli tanto credito. 

D: Beh, in effetti, l'atteggiarsi a vittime spesso funziona ... 



R: Per questo, come lo dicevo, spero che la Troika tenga duro, altrimenti - oltre a non rivedere più i 

nostri preziosi 40 miliardi il cui recupero comunque già vedo assai problematico - si potrà verificare 

(ed in questo sta il vero pericolo cui Le accennavo poc'anzi) il temuto effetto domino. In pratica tutti  

gli indebitati d'Italia e d'Europa (non solo gli stati ma anche i privati cittadini, noti bene!) saranno in-

dotti a chiedersi: "perché pagare e non fare anche noi come Tsipras?" e così il pernicioso morbo della 

"tsiprite" potrà diffondersi tranquillamente ... 

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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015— GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

D: Lei è sempre esagerato ma non privo di ironia ed originalità! Debbo comunque ammettere che il 



rischio sussiste ...  

R: E certo che il rischio c'è! Oltre tutto, visto che i nostri lettori sono in larghissima maggioranza uomi-

ni di banca mi lasci porre loro una domanda, semplice e chiara: che fine farebbero le aziende di credi-

to, già impegnate nel duro compito di riportare a casa in tempi di crisi i soldi prestati in tempi di ab-

bondanza, nel caso in cui effettivamente tutti i loro debitori prendessero a fare i furbi modello Tsipras? 

In altre parole, se tutti si chiedessero "perché sacrificarsi per pagare i creditori quando se ne può impu-

nemente fare a meno?" cosa mai succederebbe? Ma ci vuole proprio molto a capire che sarebbe una 

catastrofe? 

D: Ma allora, se le cose stanno così, cosa augurarsi? 



R: Molto semplice, che la Grecia esca dall'euro al più presto, che ritorni alla sua amata dracma, che il 

geniale nuovo primo ministro ne faccia stampare a tonnellate di banconote-spazzatura per far fronte 

a tutte le folli ed irresponsabili promesse da lui fatte in campagna elettorale e quando, di fronte ad un 

biglietto da dieci milioni di dracme buono per comprarsi a malapena un caffè (è esattamente ciò che è 

capitato al dinaro jugoslavo negli ultimi anni della sua agonia, non ultima causa scatenante della ter-

ribile guerra civile che ne è seguita) solo allora anche i più imbecilli capiranno l'errore fatto nell'affi-

darsi ad un irresponsabile. 

D: Ci va giù pesante ... 



R: Questo lo dice Lei, io traggo solo lezione dalla storia: dalla devastante inflazione anni 20 nella Re-

pubblica di Weimar che spalancò la porta ad un certo Adolf Hitler (l'ha mai sentito nominare Lei?) alla 

mitica banconota da centomila miliardi (glielo scrivo in numeri: 100.000.000.000.000, e non si confon-

da nel contare gli zeri!) stampata negli anni scorsi nello sciagurato Zimbabwe dello sciaguratissimo 

Mugabe.

 

D: Non Le pare di essere un po' troppo catastrofista? Non riesce ad attribuire al povero Tsipras nem-

meno una chance di successo? 

R: Beh, a giudicare da due episodi accaduti proprio il giorno successivo al trionfo elettorale dello scra-

vattato direi che oltre tutto il nostro eroe porta pure iella: un F16 greco è precipitato su una base mili-

tare spagnola facendo una decina di morti ed una ventina di feriti, tra cui diversi italiani, e lo stesso 

giorno è morto a nemmeno 70 anni il più famoso cantante greco, Demis Roussos degli Aphrodite's 

Child, quello di "rains and tears" per intendersi ... 

D: Lei continua a tirare colpi bassi a Tsipras, ma non ha risposto alla mia domanda: possibile che non 

abbia secondo Lei la minima possibilità di riuscire nel suo intento di far vivere un po' meglio i suoi 

connazionali alle prese con una crisi così vasta e dolorosa? 



R: Solo se si ravvedesse e capisse una buona volta che due più due fa quattro sotto ogni regime politi-

co, ma francamente ci spero poco: è assai più frequente il caso di un saggio che impazzisce piuttosto 

che quello di un pazzo che rinsavisce. 

D: E di casa nostra non dice nulla? 



R: Ne avrei da dire in proposito, ma mi limiterò ad evidenziare uno scampato pericolo: male che Beppe 

Grullo (visto il livello mentale del personaggio preferisco chiamarlo così) si è fermato al 25% ed oltre 

tutto ogni giorno continua fortunatamente a perder pezzi (suggerisco al pregiato movimento five stars 

di apporre alla propria sede il classico cartello "l'ultimo che esce spenga la luce!")... In realtà se arriva-

va al 35-40% erano, mi creda, cavoli amari anche da noi e finivamo nelle mani di uno sciagurato inaffi-

dabile che ha già sulla coscienza un triplice omicidio colposo ... 

D: Non speculiamo sulle disgrazie ... 



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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015—GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

R: Se per Lei precipitare in un burrone percorrendo d'inverno, senza nemmeno le catene, una strada 

militare di montagna interdetta al traffico civile quando si hanno a bordo tre persone tra cui un bam-

bino, se tutto ciò per Lei rappresenta semplicemente una disgrazia, ebbene in tal caso non ho vera-

mente più niente da dire! 

D: Beh, lasciamo perdere e torniamo a noi: dunque Lei all'euro ed all'attuale costruzione europea 

non trova proprio nessun difetto? 

R: Tutti i difetti che vuole, contro un merito solo, però colossale: quello di averci evitato, sia pure a 

costo di rinunce e sacrifici, di far la fine della citata Repubblica Argentina, anzi peggio, visto che in 

Italia nemmeno ci possiamo salvare esportando calciatori in quantità industriale ed a caro prezzo co-

me fanno loro! 

D: Addirittura la fine dell'Argentina in default! Francamente mi sembra, Dottor Romiti, che Lei stia 

proprio sparandole grosse ... 

R: Mi permetta di osservare che Lei esprime delle opinioni (rispettabili ma sempre opinabili), io ripor-

to fatti e dati! 

D: Bene, allora chiudiamo con qualche dato e qualche fatto ... 



R: Guardi, siccome oggi - incredibilmente - il problema primario è diventato, almeno nelle solite 

chiacchiere da bar di esperti ed inesperti (più i secondi dei primi), quello della deflazione (in realtà 

siamo in presenza di una bassa inflazione, che è altra cosa) citerò solo un dato che mostra in maniera 

eloquente tutti gli irreparabili danni connessi con l'inflazione galoppante da moneta colabrodo (leggi 

lira per chi facesse finta di non capire ...) che ci ha perseguitato dagli anni settanta fino alla strabene-

detta entrata nell'euro ... 

D: Citi pure, siamo sempre curiosi delle sue opinioni controcorrente ... 



R: Lei continua a chiamarle opinioni, mentre sono - ripeto - solo dati numerici e fatti incontrovertibili! 

Ma veniamo a noi: lo sa Lei quanto quotava la nostra lira nei confronti del franco svizzero nei mai ab-

bastanza rimpianti anni sessanta del secolo scorso, quando erano ancora funzionanti gli accordi mo-

netari di Bretton Woods? 

D: Francamente no ... 



R: Bene, allora glielo dico io: 145 lire bastavano per comprare un franco svizzero, mentre oggi che è 

sostanzialmente alla pari con l'euro la moneta elvetica vale in pratica 1936,27 delle vecchie lire. La 

perdita del potere di acquisto della lira, da tanti incredibilmente rimpianta e da me vissuta invece co-

me un incubo, è stata all'incirca di quattordici volte, il che non rappresenta, badi bene a non far con-

fusione, il 14% bensì il 1400%. E noti bene che se oggi abbiamo 35.000 euro di debito pubblico a testa 

una buona parte di responsabilità la si può far risalire (oltre beninteso a corruzione e spese impro-

duttive) certamente ai tassi folli (financo il 19,50%) a lungo pagati dal Tesoro sui titoli di Stato per 

reggere la baracca che stava franando. 

D: Francamente è un dato che induce a riflettere ... 



R: Ecco, se è così mi faccia un favore: mentre Lei riflette, faccia riflettere anche gli anti-euro di casa 

nostra. Con Beppe Grullo lasci perdere, sarebbe una mission impossible, ma con altri meno irragione-

voli forse ce la può fare! 

D: Non resta che provare ... 



R: Bravo, così il mese prossimo possiamo tornare sull'argomento e risentirci ... Alla prossima! 

(Roberto Romiti) 



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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015— GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

Prima giornata  

 

Cercare di capire le origini e lo sviluppo del credito anomalo: 



 

Scoprire le opportunità di business che possono comunque celarsi dietro un rap-

porto debitorio sia del debitore principale che degli eventuali garanti  

 

La comunicazione interpersonale: concetti generali  



 

La comunicazione persuasiva e le sue componenti 

 

Esercitazioni di ascolto di contatti telefonici preregistrati banca-cliente inerenti la ge-

stione dei crediti anomali. Analisi e commento.  

Seconda giornata   

 

 Come condurre una trattativa con il cliente debitore (e/o il suo eventuale legale) e tro-

vare un punto di necessario equilibrio  

 

Limiti e vantaggi del colloquio telefonico  



 

Ascolto attivo, tecnica delle domande  

 

Esercitazione interattiva con svolgimento, ad opera dei partecipanti, di telefonate in di-

retta dall’aula di formazione a clientela in difficoltà finanziaria. 

 

Riascolto STOP&GO delle relative registrazioni, alla ricerca dei punti di forza, punti di 



debolezza e dei mancati agganci commerciali. 

ATTENZIONE!  

IL VOLUME SOPRA RIPORTATO VIENE OFFERTO GRATUITAMENTE DA    

STUDIO ROMITI A TUTTI I PARTECIPANTI AL CORSO SUL TELEPRESSING. 

COME CURARE ALLORA LA TSIPRITE INCOMBENTE?  

SEMPLICE, CON IL TELEPRESSING by Romiti! 

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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015—GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

Comunicazione e Business, un binomio vincente 

Sfruttare  al  meglio  la  comunicazione  aziendale  per  sviluppare  il  business,  è  sempre  stato  il  nostro 

obiettivo prioritario. Oggi, come non mai, c’è bisogno di una comunicazione mirata, coordinata e si-

nergica. Ogni Funzione e ogni Persona della Banca è chiamata a dare il proprio contributo, affinché la 

comunicazione sia veramente efficace e capace di distinguersi nel mare della iper-informazione. 

Con  questo  approccio  e  dopo  un’esperienza  pluriennale,  fatta  in  aziende  diverse  per  dimensione  e 

settore  merceologico,  ma  in  particolare  nelle  medie-piccole  Banche,  abbiamo    messo  a  punto  un 

“modello di comunicazione”.   

Un modello personalizzabile alle caratteristiche e necessità di ogni singola Banca, ed applicabile  an-

che con una metodologia modulare, mantenendo sempre una visione sistemica. Un modello che ab-

biamo voluto chiamare “Agorà”, perché possa essere veramente una piazza, un luogo aperto verso 

tutti gli attori del mercato: i Soci, i Clienti, le Associazioni, gli Amministratori, i Manager, i Dipendenti, 

ecc.    


Agorà si caratterizza per il suo approccio sistemico alla comunicazione aziendale, recupera gli stru-

menti  esistenti  nella  Banca,  affinché  siano  valorizzati  ed  integrati  con  nuovi  strumenti  ed  attività, 

all’interno di un Sistema Integrato di Comunicazione.  

Con questa iniziativa vogliamo essere per i nostri Clienti, un valore aggiunto utile a rendere la comu-



nicazione sempre più uno strumento di business

 

 



 

 

 



 

 

 



 

 

 



 

Andrea Petrioli  

   

 

NOVITA’ IN CASA STUDIO ROMITI 



RUBRICA 

Roberto Romiti,  

nel presentare il nuovo Servizio  

lascia la parola al suo ideatore, Andrea Petrioli... 



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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015— GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

POTRETE INVIARE IL QUESTIONARIO, SCANNERIZZANDOLO PREVENTIVAMENTE,  

ALL’INDIRIZZO E-MAIL  

r.romiti@studio-romiti.com 

oppure 

v.borrello@studio-romiti.com

 

oppure in formato cartaceo a Studio Romiti, Via Ragazzi del ‘99, 48 50141 Firenze. 


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IL PROGRAMMA DEL MESE 

RUBRICA 


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L’AVEVAMO DETTO NOI….. 

RUBRICA 

Nell’edizione di Aprile 2014 avevamo già pronosticato parlando del pericolo 

BITCOIN….che oggi viene confermato anche da Bankitalia 

Fonte: Il Sole 24 Ore,  edizione 1 febbraio 2015 



Estratto da ERREBIO di 

Aprile 2014 

Alla pagina 

seguente ri-

portiamo  

l’articolo 

tratto dall’in-

tervista al  

polemista in 

merito ai bit-

coin, già pub-

blicata in 

aprile 2014 

sul nostro 

ERREBIO. 

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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015—GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

La parola a Roberto Romiti sul tema: 



I BITCOIN, L'ULTIMA GRAVIDANZA DELLA FAMOSA MAMMA SEMPRE INCINTA ... 

(Legenda: D=Domanda dell'intervistatore; R=Risposta di R. Romiti) 

D: Oggi con chi ce la prendiamo, Dr.Romiti? 

R: Beh, quando c'è di mezzo - come nella fattispecie - l'atavico scontro tra farabutti da una parte e 

fessi dall'altra, succede che se prevale in noi l'animo buono di chi è portato a privilegiare il bene sul 

male tendiamo a mettere senz'altro sotto accusa il farabutto, mentre al contrario se preferiamo valo-

rizzare l'uso, ancorchè spregiudicato, della materia grigia ecco che si arriva a conclusioni diametral-

mente opposte... 

D: Si spieghi meglio e non sia troppo criptico ... 

R: Beh, visto il titolo dell'intervista che si rifà alla famosa mamma degli stupidi sempre in stato inte-

ressante, mi sembra evidente che stavolta il nostro obiettivo è quello di mettere nel mirino l'ennesi-

ma,  incredibile  manifestazione  di  ingenuità  (proprio  per  usare  un  termine  il  più  possibile  edulcora-

to ...) da parte di tanti individui (tanto per cambiare avidi e ignoranti) caduti fragorosamente nell'en-

nesima materializzazione del Pinocchio di collodiana memoria ... 

D: Ma che c'entra Pinocchio, scusi, con il nostro discorso? 

R:  Come  che  c'entra  Pinocchio,  sta  scherzando?  Stiamo  parlando  di  un'opera  fondamentale  che  in 

qualunque corso serio di finanza ed investimenti dovrebbe essere studiata parola per parola, proprio 

come facevano 50 anni fa i cinesi con il famoso libretto di Mao, ad evitare il perpetuarsi, come nella 

fattispecie, dei tanto deprecati e discussi casi di malafinanza, investimenti truffaldini, risparmio tradi-

to, e chi più ne ha più ne metta, casi che di continuo allietano ed arricchiscono (si fa per dire ...) le 

cronache dei nostri giorni! 

D: Citando Pinocchio lei intende riferirsi, 

immagino,  all'episodio  del  gatto  e  della 

volpe ... 

R:  Bravo  giovanotto,  vedo  con  piacere 

che  le  si  stanno  sciogliendo  le  ruggini 

cerebrali! 

D: Quindi, se ho ben capito, secondo lei 

il bitcoin sarebbe la versione moderna e 

tecnologica  degli  zecchini  d'oro  di  cui  al 

famoso albero ove il povero Pinocchio ... 

R: E certo che si! Ma mi dica lei, come si 

può, con un minimo di ragionevolezza, 

prendere sul serio un bidone così ecla-

tante e fragoroso come l'investimento di 

 

L’INTERVISTA AL POLEMISTA 



RUBRICA 

Estr

atto d

a Edizi

one d



Aprile

 201



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soldi  veri,  quattrini  reali,  in  una  moneta fasulla, quale  appunto  il  bitcoin,  assolutamente  virtuale ed 



inesistente nella  realtà, che pretende  di  circolare tranquillamente  senza  nemmeno  avere  alle  spalle 

uno straccio di banca centrale, fosse pure non dico la Federal Reserve ma manco quella dello Zimbab-

we! 

D:  Lei  mi  scusi,  ha  un  po'  l'arte  di  divagare  e  non  è  assolutamente  facile  starle  dietro:  cosa  c'entra 



adesso la banca centrale dello Zimbabwe? 

R: Per la seconda volta, Le chiedo: come cosa c'entra? Si rende conto che stiamo parlando nientepo-

podimeno che della RESERVE BANK OF ZIMBABWE, grandiosa istituzione finanziaria che sotto l'illumi-

nata guida di Robert Mugabe, uno dei più celebrati Capi di Stato del terzo mondo (o forse del quarto, 

visti i risultati in termini di economia ...), è divenuta detentrice del record mondiale dell'inflazione pol-

verizzando ogni precedente primato della ex Jugoslavia ed arrivando così a stampare nel 2008 (si ten-

ga forte e conti per bene gli zeri!) una banconota da 100.000.000.000.000 dollari (non USA, beninte-

so, ma dello Zimbabwe)! 

D: Ma sarebbero centomila miliardi … 

 

 



 

 

 



 

 

R: Di nuovo complimenti per la sua bravura in matematica! Ma mi permetta di osservare, con tutto il 



rispetto dovuto  alla  cultura  finanziaria  media  del  cittadino dello  Zimbabwe,  se  lo  vede  proprio que-

st'ultimo tutto intento a contare questa interminabile fila di zeri per arrivare a ricavare una valutazio-

ne sia pure approssimativa della banconota che ha in mano? Sinceramente, se non fossero cose tanto 

drammatiche, davvero drammatiche, ci sarebbe franca-

mente di che ridere! 

D:  Ma,  scusi,  il  Bitcoin  da  cui  siamo  partiti  cosa  ci 

"azzecca" con il dollaro dello Zimbabwe? 

R: Semplicemente per dire che il primo è addirittura 

ancor più inaffidabile del secondo e chi ci investe sopra 

è un vero e proprio kamikaze inevitabilmente destinato 

al suicidio finanziario! Come già osservato il bitcoin non 

ha alle proprie spalle niente e nessuno, nemmeno una 

economia sia pur malandata come quella del disgrazia-

to paese africano e neppure una caricatura di banca 

centrale in mano ad incoscienti e populisti stampatori 

di carta straccia come nella fattispecie ... Tra l'altro mi 

dica, questa storiella non le ricorda un po', assai vagamente 

 

MODERNI KAMIKAZE 



La banconota-monstre da centomila miliardi…(chissà se bastava per un caffè!) 

Ho deciso di investire sui bitcoin” 



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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015—GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

ed in misura enormemente minore, le vicissitudini di una moneta a noi molto più vicina, oggi fortuna-



tamente scomparsa dalla circolazione ma che qualche sadomasochista di casa nostra vorrebbe inco-

scientemente restaurare? 

D: Beh, ora non esageri, paragonare la nostra vecchia lira al dollaro dello Zimbabwe mi sembra since-

ramente una sparata fuori di ogni logica e ragionevolezza ... 

R: In termini puramente numerici è verissimo: la nostra inflazione ha toccato infatti, al suo livello più 

elevato, "appena" il tetto del 20-25% annuo nei famigerati anni 70 caratterizzati dallo stampaggio di 

banconote&titoli di stato su scala industriale, mentre qui stiamo parlando di un paese (non per nulla 

detentore del ben poco invidiabile primato mondiale in materia) che ha raggiunto addirittura l'iper-

bolico tasso del 231.150.888 per cento di svalutazione annua, e le risparmio i decimali! Però attenzio-

ne, il diabolico, pernicioso meccanismo è sempre lo stesso: anziché lavorare di più e meglio si preferi-

sce (vista la maggiore popolarità ...) stampar banconote, alla lunga destinate a diventare carta strac-

cia, ricorrendo poi a quella falsa medicina, vera e propria illusione ottica di breve, anzi brevissimo pe-

riodo, rappresentata dalla cosiddetta "svalutazione competitiva" ... 

D: Perché falsa medicina, scusi? 

R: La svalutazione competitiva, mi permetta di esprimere la brutale verità senza tanti vani giri di paro-

le, rappresenta la classica fandonia inventata da economisti compiacenti per fare un favore ad indu-

striali capaci di competere sui mercati mondiali solo in termini di prezzo anziché di qualità del pro-

dotto ... 

D: Beh, mi sembra francamente un'affermazione tutta da dimostrare ... 

R: Allora gliela dimostro subito con una domanda ben precisa alla quale la prego di rispondere senza 

tentennamenti o divagazioni. Tornando dunque ai tempi eroici (si fa per dire ...) delle valute naziona-

li, la Germania, secondo lei, ha sempre esportato tanto e ovunque (come peraltro ancor oggi con l'eu-

ro...) per quale ragione: perché il marco tedesco era una moneta debole (quindi inflazione e svaluta-

zioni senza farsi mancar niente ...) ovvero perché i prodotti erano buoni, o comunque venivano per-

cepiti migliori, soprattutto più affidabili, degli altri e quindi valeva la pena pagarli di più? 

D: Da questo punto di vista non posso darle torto … 

 

R: La ringrazio del riconoscimento ma torniamo  



definitivamente, senza altre divagazioni, al tema  

principale. Dunque, vuol sapere come viene definito  

il Bitcoin da Wikipedia? Prima glielo trascrivo e  

poi glielo commento .... 



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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015— GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 



BITCOIN  

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera  

E’  una moneta  elettronica  creata  nel  2009  da  un  anonimo  conosciuto  con  lo  pseudonimo  di Satoshi 

Nakamoto, sviluppando un'idea dello stesso autore presentata su Internet a fine 2008. Il nome Bitcoin 

si riferisce anche al software open source progettato per implementare il protocollo di comunicazio-

ne  e  la  rete  peer-to-peer  che  ne  risulta.  Convenzionalmente,  il  termine  Bitcoin  maiuscolo  si  riferisce 

alla tecnologia ed alla rete mentre il minuscolo bitcoin si riferisce alla valuta in sé. 

A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale: esso 

utilizza  un  database  distribuito  tra  i  nodi  della  rete  che  tengono  traccia  delle  transazioni,  e  sfrutta 

la crittografia per gestire gli aspetti funzionali come la generazione di nuova moneta e l'attribuzione di 

proprietà dei bitcoin. 

La rete Bitcoin consente il possesso ed il trasferimento anonimo delle monete; i dati necessari ad utiliz-

zare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer sotto forma di "portafogli" 

digitali, o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili ad una banca. In ogni caso, i bit-

coin possono essere trasferiti attraverso Internet verso chiunque disponga di un "indirizzo bitcoin". La 

struttura peer-to-peer della rete Bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende impossibile per qua-

lunque autorità, governativa o meno, di bloccare la rete, sequestrare bitcoin ai legittimi possessori o 

di svalutarla creando nuova moneta. 

Bitcoin è una delle prime implementazioni di un concetto definito cryptocurrency, descritto per la pri-

ma volta nel 1998 da Wei Dai su una mailing list”. 

D: Bene, e i suoi commenti in proposito? 

R: Ne avrei da fare tanti, ma mi limiterò ai principali, e ciò al dichiarato fine di introdurre nel nostro 

discorso, diciamolo pure chiaro e tondo, il seminario di Studio Romiti attualmente più utile ed apprez-

zato tra i giovani bancari alle prese con clientela propensa a farsi del male. Per contrastare nel depo-

sitante la perniciosa tentazione di inseguire sogni e chimere finanziarie, il nostro intervento formativo 

OPEN YOUR CUSTOMER'S EYES rappresenta in assoluto, mi creda, l’antidoto più efficace... 

D: Quindi, lei dice, istruiamo i nostri consulenti ad aprire bene gli occhi al loro cliente preso da perico-

lose smanie ed infatuatosi di favolosi investimenti destinati poi a far la fine degli zecchini d'oro di Pi-

nocchio ... 

R: Perfetto, lei oggi è davvero, se lo lasci dire, in forma smagliante ... 

D: Smetta per favore di prendermi in giro e ci faccia piuttosto una specie di esame-finestra dei punti 

che secondo lei dovrebbero metter subito l'eventuale investitore sul chi va là! 

R: L'accontento immediatamente, cominciando dall'inventore di questa meraviglia, descritto appunto 

da Wikipedia come "un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto". A parte il no-

me giapponese un po' da barzelletta esiste a mio parere una chiara e sospetta contraddizione in ter-

mini  per  un  tizio  definito  "conosciuto"  che  in  realtà  è  un  perfetto  sconosciuto,  essendone  ignoto  il 

vero nome (e soprattutto il background) nascosto da uno pseudonimo di fantasia. Mi permetta  di os-



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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015—GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

servare che,  come si insegna ai bambini (ed alle bambine ...) a non accettare caramelle da sconosciu-



ti, ancora maggior cautela dovrebbe essere usata prima di affidare i propri sudati risparmi a non si sa 

chi sia e non si sa che cosa voglia appiopparci! 

D: Mi sembra più che ragionevole, ma c'è dell'altro? 

R:  Certamente,  soprattutto  quando  la  presentazione  dell'oggetto  misterioso  avviene  in  altrettanto 

misteriosi termini tecnici, assolutamente incomprensibili al profano (che poi sarebbe quello destinato 

a metterci i quattrini!) ... Si parla ad esempio di "software open space progettato per implementare il 

protocollo di comunicazione e la rete peer-to-peer che ne risulta " nonché, tanto per giustificare l'as-

senza di un ente centrale a supporto di Bitcoin, di utilizzo di " un database distribuito tra i nodi della 

rete che tengono traccia delle transazioni" e di sfruttamento della " crittografia per gestire gli aspetti 

funzionali come la generazione di nuova moneta e l'attribuzione di proprietà dei bitcoin " .... 

Ma parliamoci chiaramente, secondo lei per quale ragione una persona dotata di normale intelligen-

za dovrebbe buttare i suoi soldi in questo buco nero? 

D: Forse c'è qualche ragione poco confessabile ... 

R: Ancora una volta applausi: la chiave di volta sta - e te pareva! - nel più completo anonimato che 

permette a chiunque di riciclare ogni tipo di denaro sporco! Si rilegga a tal proposito sia la chiarissima 

affermazione secondo cui “la rete Bitcoin consente il possesso ed il trasferimento anonimo delle mo-

nete” sia la successiva, se possibile ancora più eloquente: "la struttura peer-to-peer della rete Bitcoin 

e la mancanza di un ente centrale rende impossibile per qualunque autorità, governativa o meno, di 

bloccare la rete e - qui si tenga davvero forte! - di sequestrare bitcoin ai legittimi possessori!" ... 

D: Lei quindi ci vede una specie di agevole via di fuga per evasori, trafficanti e truffatori di ogni gene-

re? 

R: Mi permetta una precisazione: non una via di fuga, bensì un'autostrada a quattro corsie per ogni 



senso di marcia, gratuita, rettilinea in lieve discesa e senza traffico ... più comoda di così! 

D: Addirittura ... ma costoro correranno pure qualche rischio! 

R: Certo, quello di trovare alla fine della fiera qualcuno ancor più furbo, come nel Far West ove anche 

il più lesto dei pistoleros prima o dopo ha sempre trovato storicamente qualcuno capace di sparare 

prima di lui! Vuole qualche esempio? Si legga allora, qui annessa, la riproduzione dei titoli di alcuni 

articoli recentemente apparsi su quotidiani nazionali che hanno riportato su diverse colonne la noti-

zia, per il sottoscritto niente affatto sorprendente (anzi attesissima...) di una specie di guru (sic!) della 

criptomoneta (termine freudianamente vicino ad una cleptomoneta, cioè moneta per ladri ...) il quale 

guru non  ha trovato niente di  meglio  e di  più  originale  che  non  scappare  con  la  cassa, ovviamente 

piena di soldi veri e non di Bitcoins! 

D: E cosa suggerisce allora ai giovani consulenti bancari?  

R: Regalare alla propria clientela indotta in pericolose tentazioni una copia di Pinocchio ovvero un bel 

DVD con il mitico TAKE THE MONEY AND RUN (Prendi i soldi e scappa) dell'inimitabile Woody Allen 

degli esordi:  roba datata ma fortunatamente ancora in commercio!  

D: Mi permetta di farle osservare come a problemi seri non si possono dare soluzioni per scherzo!... 

Per favore sia serio e mi risponda senza cavarsela con le solite battute: come fare per convincere al 



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meglio la clientela depositante od investitrice a rinunciare a certi rischi assurdi? Oltre tutto, così fa-



cendo, i nostri consulenti potranno evitare di perdere a propria volta raccolta preziosa! 

R: Stavolta le parlo con assoluta serietà, trattandosi di un metodo da me personalmente utilizzato da 

bancario quando avevo qualche anno di meno: usare sempre in tali casi sperimentate tecniche di sa-

no, intelligente terrorismo finanziario! 

D: Addirittura! Ma in concreto come procedere? 

R: Semplicissimo, fare una raccolta dei tanti articoli di stampa che appaiono via via in cronaca pren-

dendo spunto da casi reali di fuga con cassa o quanto meno di bidoni acclarati, raccolta da utilizzare a 

scopo dissuasivo: " Vede, signor Rossi, se il protagonista di questo articolo fosse stato nostro cliente 

ed avesse seguito i nostri consigli, i suoi soldi ce li avrebbe ancora! Non trova anche lei? Lasci perdere 

allora i racconti delle favole e si fidi di chi l'ha sempre ben consigliata! " 

D: Forse più facile a dirsi che non a farsi ... 

R: Per chi non ha frequentato il nostro corso forse sì, per gli altri assolutamente no! 

D: Bah, non crederà che tutti i lettori crederanno pari pari alle sue rassicurazioni ... 

R: Guardi che la casistica delle fregature a carico del cliente portato ad accettare caramelle da scono-

sciuti è purtroppo assai vasta e non sempre il bancario, soprattutto se di non eccelsa esperienza, si 

rivela abile nell'aprirgli i famosi occhi ... 

D: Quindi lei dice che si può sempre imparare a farlo ... 

R: Certamente, tanto più che questi corsi così innovativi ed utili (non solo al bancario ma anche al suo 

cliente) li eroghiamo sempre con la “clausola salvaguardia” SODDISFATTI O NON FATTURATI, ma ora 

direi che l'intervista può finire qui. Per gli approfondimenti cosa di meglio che leggersi il relativo pro-

gramma? 

D: Non resta che salutarci, allora ... 

R: Bene, alla prossima, allora, e chissà che non ritorniamo nuovamente sull'argomento: come accen-

nato, il rischio di farsi buggerare da gatti, volpi e faine non è certo targato esclusivamente Bitcoin! 

 

 


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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015—GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

 

L’ANGOLO DELLA SATIRA  



A cura di Alfio Leotta, in arte  

Per vedere e sorridere con le opere di Fleo  

visitate il suo sito internet www.fleo.it .  

BUON DIVERTIMENTO! 


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ERRE.BI.O.—NUMERO 1/2015— GENNAIO/FEBBRAIO 2015

 

Da oggi è possibile ricevere il nuovo  



REPORTAGE DI VIAGGIO  

SRI LANKA 2015  

Di ROBERTO ROMITI 

 

In attesa di poterlo scaricare dal sito internet  



Richiedete una copia omaggio all’indirizzo  

r.romiti@studio-romiti.com  



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