Lezioni di storia del pensiero scientifico



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tarix07.04.2017
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#13677



  • 8.

  • DESCARTES



“Non riconosco alcuna differenza fra le macchine realizzate dagli artigiani e i diversi corpi che solo la natura compone, se non nel fatto che gli effetti delle macchine dipendono soltanto dalla connessione di certi tubi o molle, o altri strumenti, che, dovendo avere una qualche proporzione con le mani di coloro che li fanno, sono sempre cosi` grandi che le loro figure e i loro movimenti si possono vedere, mentre i tubi o le molle che causano gli effetti dei corpi naturali sono di solito troppo piccoli per essere percepiti dai nostri sensi. Ed e` certo che tutte le regole della meccanica appartengono alla fisica, cosicché tutte le cose che sono artificiali, sono per ciò stesso naturali”.

  • “Non riconosco alcuna differenza fra le macchine realizzate dagli artigiani e i diversi corpi che solo la natura compone, se non nel fatto che gli effetti delle macchine dipendono soltanto dalla connessione di certi tubi o molle, o altri strumenti, che, dovendo avere una qualche proporzione con le mani di coloro che li fanno, sono sempre cosi` grandi che le loro figure e i loro movimenti si possono vedere, mentre i tubi o le molle che causano gli effetti dei corpi naturali sono di solito troppo piccoli per essere percepiti dai nostri sensi. Ed e` certo che tutte le regole della meccanica appartengono alla fisica, cosicché tutte le cose che sono artificiali, sono per ciò stesso naturali”.

  • Nell’ottica cartesiana la materia è identificabile con lestensione: tutti i corpi sono cosi` qualificabili in base a un’unica proprieta`, quella di essere estesi.

  • Descartes nega, pertanto, l’esistenza del vuoto, poiché l’occupare, il riempire uno spazio e` caratteristica imprescindibile di ogni realta` materiale.



All’idea di estensione e` altresi` costitutivamente connesso l’attributo della divisibilità, per cui, secondo Descartes, risulta incongruo ammettere particelle di materia indivisibili (atomi).

  • All’idea di estensione e` altresi` costitutivamente connesso l’attributo della divisibilità, per cui, secondo Descartes, risulta incongruo ammettere particelle di materia indivisibili (atomi).

  • Inoltre, l’assimilazione tra materia e spazio (estensione) consente di accreditare come qualita` reali dei corpi solo quelle attinenti alla costituzione geometrica dello spazio, nonché le proprieta` che fanno riferimento alle relazioni (meccaniche) tra le parti della materia. La equiparazione tra naturale a artificiale, tra corpi naturali e macchine, e` chiaramente espressa da questo passo tratto dai “Principia” di René Descartes (1596-1650).

  • Coerentemente con l’impostazione generale della filosofia meccanicista, che riconduce gli eventi naturali a due “principi universali”: il movimento e la materia, Descartes immagino` l'universo fisico come una grande macchina, una sorta di “grande orologio”, costituita da componenti in sé inerti, poste in relazione da leggi meccaniche.



Riprendendo, dunque, una posizione gia` sostenuta da Galileo, Descartes afferma la soggettività delle qualità sensibili (suoni, colori, sapori, ecc.), che nascono dalla interazione tra gli organi di senso e i fenomeni esterni,

  • Riprendendo, dunque, una posizione gia` sostenuta da Galileo, Descartes afferma la soggettività delle qualità sensibili (suoni, colori, sapori, ecc.), che nascono dalla interazione tra gli organi di senso e i fenomeni esterni,

  • mentre riconosce come oggettive solo le determinazioni proprie della materia-estensione (forma, grandezza, movimento, ecc.).

  • “La maggior parte dei filosofi afferma che il suono altro non e` se non una certa vibrazione dell’aria che viene a colpire i nostri orecchi; dimodoché se il senso dell’udito rappresentasse al nostro pensiero la vera immagine del suo oggetto, dovrebbe farci concepire, anziché il suono, il movimento delle parti dell’aria che vibra allora contro i nostri orecchi”. Cio` che i nostri organi di senso veicolano, dall’esterno, alla nostra mente non ha alcuna somiglianza con nessuna delle qualita` secondarie che ci appaiono risiedere nei corpi, cosi`, si precisa: “nessuna ragione ci obbliga a credere che qualcosa negli oggetti da cui ci viene la sensazione della luce somigli a questa sensazione piu` di quanto l’azione di una piuma o di una cinghia somiglia al solletico e al dolore”.



La “sostanza materiale” (res extensa) e` rigorosamente distinta dalla “sostanza pensante” (res cogitans), che costituisce la dimensione spirituale dell’uomo, e segue leggi di liberta` del tutto diverse dalla necessita` meccanica che regola l’interazione tra le parti della materia. Tale interazione e` dovuta al moto, poiché, come detto, la materia in sé non ha alcun principio di attivita`.

  • La “sostanza materiale” (res extensa) e` rigorosamente distinta dalla “sostanza pensante” (res cogitans), che costituisce la dimensione spirituale dell’uomo, e segue leggi di liberta` del tutto diverse dalla necessita` meccanica che regola l’interazione tra le parti della materia. Tale interazione e` dovuta al moto, poiché, come detto, la materia in sé non ha alcun principio di attivita`.

  • Descartes definisce, pertanto, il moto come il “trasporto di una parte della materia, ossia di un corpo, dalla vicinanza di quei corpi che lo toccano immediatamente e sono considerati in quiete, alla vicinanza di altri”. E` stato Dio a immettere nel mondo, all’atto della creazione, il movimento, che si conserva sempre eguale nella sua quantita` complessiva.

  • Il moto e` inteso da Descartes come uno stato, in assoluto non distinguibile dalla quiete. Pertanto, come gia` per Galileo, anche per il pensatore francese un corpo tende a permanere nel suo stato di moto o quiete finché non intervenga una causa esterna a mutarne la condizione.



Il principio dinerzia cartesiano e` rigorosamente rettilineo, nel senso che Descartes (a differenza di Galileo) specifica che la continuazione inerziale del moto avviene in linea retta.

  • Il principio dinerzia cartesiano e` rigorosamente rettilineo, nel senso che Descartes (a differenza di Galileo) specifica che la continuazione inerziale del moto avviene in linea retta.

  • La varieta` di moti riscontrabili in natura viene da Descartes imputata al fatto che il movimento inerziale rettilineo e` modificato dai continui contatti tra le diverse parti di materia. Nel corso di questi urti, la quantita` di movimento si conserva, mentre puo` cambiare la direzione del moto: “ove un corpo che si muove ne incontri un altro, – spiega Descartes – se ha meno forza per continuare in linea retta di quanta ne abbia quest’altro per resistergli, allora piega verso un’altra parte, e mantenendo il suo movimento, ne perde solo la determinazione; ma se ne ha di piu`, allora muove con sé l’altro corpo, e quanto gli da` del suo movimento, altrettanto ne perde”.

  • L’urto tra due corpi modifica, dunque, solo la direzione del movimento, lasciando inalterata la quantita` di moto.



Nella “favola del Mondo” Descartes ripercorre le fasi della formazione di un sistema solare simile al nostro, a partire dai soli “ingredienti” creati da direttamente da Dio: una materia – si e` detto – totalmente identificata con l’estensione (indefinitamente divisibile in parti distinte “solo per la diversita` dei movimenti che ricevono da lui”) e le leggi ordinarie della natura. Ebbene anche immaginando che il creatore arrestasse qui la sua azione, e non creasse piu` nulla successivamente, “senza neppure portarvi ordine e proporzione, facendone il piu` confuso e ingarbugliato caos che i poeti possano descrivere, basteranno le leggi di natura a far si` che le parti del caos arrivino a districarsi da sé, disponendosi in bell’ordine, cosi` da assumere la forma di un mondo perfettissimo, dove si potranno vedere, non solo la luce, ma anche tutte le altre cose, generali e particolari, che compaiono in questo mondo reale”.

  • Nella “favola del Mondo” Descartes ripercorre le fasi della formazione di un sistema solare simile al nostro, a partire dai soli “ingredienti” creati da direttamente da Dio: una materia – si e` detto – totalmente identificata con l’estensione (indefinitamente divisibile in parti distinte “solo per la diversita` dei movimenti che ricevono da lui”) e le leggi ordinarie della natura. Ebbene anche immaginando che il creatore arrestasse qui la sua azione, e non creasse piu` nulla successivamente, “senza neppure portarvi ordine e proporzione, facendone il piu` confuso e ingarbugliato caos che i poeti possano descrivere, basteranno le leggi di natura a far si` che le parti del caos arrivino a districarsi da sé, disponendosi in bell’ordine, cosi` da assumere la forma di un mondo perfettissimo, dove si potranno vedere, non solo la luce, ma anche tutte le altre cose, generali e particolari, che compaiono in questo mondo reale”.



L’azione del moto originariamente immesso da Dio nel mondo avrebbe prodotto, in particolare, tre tipi di materia differenziati unicamente per dimensioni e caratteristiche dinamiche delle particelle componenti.

  • L’azione del moto originariamente immesso da Dio nel mondo avrebbe prodotto, in particolare, tre tipi di materia differenziati unicamente per dimensioni e caratteristiche dinamiche delle particelle componenti.

  • Il sottilissimo “primo elemento”, costituito da particelle velocissime e minutissime (“limatura” residua dello sfregamento tra le parti della primitiva materia indifferenziata), andrebbe ad occupare gli interstizi (apparentemente vuoti) sussistenti tra le particelle degli altri elementi.

  • Il “secondo elemento” formerebbe la materia dei cieli, e darebbe vita a “vortici” di differenti densita` e velocita` − determinati dall’urto incessante dei vari tipi di particelle costituenti la materia − che animano tutto l’universo.

  • Il vortice creatosi intorno al Sole spiegherebbe il moto circolare (per trascinamento) dei pianeti, a loro volta composti dalle particelle, piu` grandi e pesanti, del “terzo elemento”.



Il meccanismo del vortice viene anche invocato da Descartes per dar conto di fenomeni fondamentali del mondo fisico quali la luce e la gravità. Quest’ultima corrisponde alla pressione delle particelle del secondo elemento che spingono verso il centro del vortice in cui e` collocata la Terra le particelle piu` grosse. La spinta centrifuga e` invece alla radice della spiegazione cartesiana della luce, identificata come l’allontanamento dal Sole e dalle altre stelle delle particelle del primo elemento, a causa, appunto, delle pressione verso l’esterno esercitata nel corso del loro moto vorticoso.

  • Il meccanismo del vortice viene anche invocato da Descartes per dar conto di fenomeni fondamentali del mondo fisico quali la luce e la gravità. Quest’ultima corrisponde alla pressione delle particelle del secondo elemento che spingono verso il centro del vortice in cui e` collocata la Terra le particelle piu` grosse. La spinta centrifuga e` invece alla radice della spiegazione cartesiana della luce, identificata come l’allontanamento dal Sole e dalle altre stelle delle particelle del primo elemento, a causa, appunto, delle pressione verso l’esterno esercitata nel corso del loro moto vorticoso.

  • Tutto l’universo e` dunque riportato all’azione per contatto sviluppata tra le varie parti della materia.

  • Anche i fenomeni del mondo della vita rientrano a pieno titolo in questo quadro esplicativo. Secondo Descartes, infatti, la vita e` identificabile con il calore, a sua volta riconducibile a un certo tipo di moto delle particelle materiali.In questa prospettiva, gli stessi organismi viventi sono assimilati a macchine: ne “L’Uomo” che costituiva, nel progetto originale, la prosecuzione del trattato “Il Mondo”, Descartes estende infatti all’uomo l’ipotesi con cui aveva dato vita all’universo fisico.





Anche i fenomeni del mondo della vita rientrano a pieno titolo in questo quadro esplicativo. Secondo Descartes, infatti, la vita e` identificabile con il calore, a sua volta riconducibile a un certo tipo di moto delle particelle materiali.In questa prospettiva, gli stessi organismi viventi sono assimilati a macchine: ne “L’Uomo” che costituiva, nel progetto originale, la prosecuzione del trattato “Il Mondo”, Descartes estende infatti all’uomo l’ipotesi con cui aveva dato vita all’universo fisico.

  • Anche i fenomeni del mondo della vita rientrano a pieno titolo in questo quadro esplicativo. Secondo Descartes, infatti, la vita e` identificabile con il calore, a sua volta riconducibile a un certo tipo di moto delle particelle materiali.In questa prospettiva, gli stessi organismi viventi sono assimilati a macchine: ne “L’Uomo” che costituiva, nel progetto originale, la prosecuzione del trattato “Il Mondo”, Descartes estende infatti all’uomo l’ipotesi con cui aveva dato vita all’universo fisico.

  • “Questi uomini saranno composti come noi di un’anima e di un corpo. Devo descrivervi prima il corpo e poi l’anima separatamente; infine devo farvi vedere come le due nature devono essere unite e congiunte per formare degli uomini simili a noi”.

  • Ed ecco come prosegue la narrazione:

  • “Suppongo che il corpo altro non sia se non una statua o macchina di terra che Dio forma espressamente per renderla piu` che possibile a noi somigliante”, fornendola, aggiunge, di “tutte le parti richieste perché possa camminare, mangiare, respirare, imitare, infine, tutte quelle nostre funzioni che si puo` immaginare procedano dalla materia e dipendano soltanto dalla disposizione degli organi”



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