“Non riconosco alcuna differenza fra le macchine realizzate dagli artigiani e i diversi corpi che solo la natura compone, se non nel fatto che gli effetti delle macchine dipendono soltanto dalla connessione di certi tubi o molle, o altri strumenti, che, dovendo avere una qualche proporzione con le mani di coloro che li fanno, sono sempre cosi` grandi che le loro figure e i loro movimenti si possono vedere, mentre i tubi o le molle che causano gli effetti dei corpi naturali sono di solito troppo piccoli per essere percepiti dai nostri sensi. Ed e` certo che tutte le regole della meccanica appartengono alla fisica, cosicché tutte le cose che sono artificiali, sonoper ciò stesso naturali”.
“Non riconosco alcuna differenza fra le macchine realizzate dagli artigiani e i diversi corpi che solo la natura compone, se non nel fatto che gli effetti delle macchine dipendono soltanto dalla connessione di certi tubi o molle, o altri strumenti, che, dovendo avere una qualche proporzione con le mani di coloro che li fanno, sono sempre cosi` grandi che le loro figure e i loro movimenti si possono vedere, mentre i tubi o le molle che causano gli effetti dei corpi naturali sono di solito troppo piccoli per essere percepiti dai nostri sensi. Ed e` certo che tutte le regole della meccanica appartengono alla fisica, cosicché tutte le cose che sono artificiali, sonoper ciò stesso naturali”.
Nell’ottica cartesiana la materia è identificabile con l’estensione: tutti i corpi sono cosi` qualificabili in base a un’unica proprieta`, quella di essere estesi.
Descartes nega, pertanto, l’esistenza del vuoto, poiché l’occupare, il riempire uno spazio e` caratteristica imprescindibile di ogni realta` materiale.
All’idea di estensione e` altresi` costitutivamente connesso l’attributo della divisibilità, per cui, secondo Descartes, risulta incongruo ammettere particelle di materia indivisibili (atomi).
All’idea di estensione e` altresi` costitutivamente connesso l’attributo della divisibilità, per cui, secondo Descartes, risulta incongruo ammettere particelle di materia indivisibili (atomi).
Inoltre, l’assimilazione tra materia e spazio (estensione) consente di accreditare come qualita` reali dei corpi solo quelle attinenti alla costituzione geometrica dello spazio, nonché le proprieta` che fanno riferimento alle relazioni (meccaniche) tra le parti della materia. La equiparazione tra naturale a artificiale, tra corpi naturali e macchine, e` chiaramente espressa da questo passo tratto dai “Principia” di René Descartes (1596-1650).
Coerentemente con l’impostazione generale della filosofia meccanicista, che riconduce gli eventi naturali a due “principi universali”: il movimento e la materia, Descartes immagino` l'universo fisico come una grande macchina, una sorta di “grande orologio”, costituita da componenti in sé inerti, poste in relazione da leggi meccaniche.
Riprendendo, dunque, una posizione gia` sostenuta da Galileo, Descartes afferma la soggettività delle qualità sensibili (suoni, colori, sapori, ecc.), che nascono dalla interazione tra gli organi di senso e i fenomeni esterni,
Riprendendo, dunque, una posizione gia` sostenuta da Galileo, Descartes afferma la soggettività delle qualità sensibili (suoni, colori, sapori, ecc.), che nascono dalla interazione tra gli organi di senso e i fenomeni esterni,
mentre riconosce come oggettive solo le determinazioni proprie della materia-estensione (forma, grandezza, movimento, ecc.).
“La maggior parte dei filosofi afferma che il suono altro non e` se non una certa vibrazione dell’aria che viene a colpire i nostri orecchi; dimodoché se il senso dell’udito rappresentasse al nostro pensiero la vera immagine del suo oggetto, dovrebbe farci concepire, anziché il suono, il movimento delle parti dell’aria che vibra allora contro i nostri orecchi”. Cio` che i nostri organi di senso veicolano, dall’esterno, alla nostra mente non ha alcuna somiglianza con nessuna delle qualita` secondarie che ci appaiono risiedere nei corpi, cosi`, si precisa: “nessuna ragione ci obbliga a credere che qualcosa negli oggetti da cui ci viene la sensazione della luce somigli a questa sensazione piu` di quanto l’azione di una piuma o di una cinghia somiglia al solletico e al dolore”.
La “sostanza materiale” (res extensa) e` rigorosamente distinta dalla “sostanza pensante” (res cogitans), che costituisce la dimensione spirituale dell’uomo, e segue leggi di liberta` del tutto diverse dalla necessita` meccanica che regola l’interazione tra le parti della materia. Tale interazione e` dovuta al moto, poiché, come detto, la materia in sé non ha alcun principio di attivita`.
La “sostanza materiale” (res extensa) e` rigorosamente distinta dalla “sostanza pensante” (res cogitans), che costituisce la dimensione spirituale dell’uomo, e segue leggi di liberta` del tutto diverse dalla necessita` meccanica che regola l’interazione tra le parti della materia. Tale interazione e` dovuta al moto, poiché, come detto, la materia in sé non ha alcun principio di attivita`.
Descartes definisce, pertanto, il moto come il “trasporto di una parte della materia, ossia di un corpo, dalla vicinanza di quei corpi che lo toccano immediatamente e sono considerati in quiete, alla vicinanza di altri”. E` stato Dio a immettere nel mondo, all’atto della creazione, il movimento, che si conserva sempre eguale nella sua quantita` complessiva.
Il moto e` inteso da Descartes come uno stato, in assoluto non distinguibile dalla quiete. Pertanto, come gia` per Galileo, anche per il pensatore francese un corpo tende a permanere nel suo stato di moto o quiete finché non intervenga una causa esterna a mutarne la condizione.
Il principio d’inerzia cartesiano e` rigorosamente rettilineo, nel senso che Descartes (a differenza di Galileo) specifica che la continuazione inerziale del moto avviene in linea retta.
Il principio d’inerzia cartesiano e` rigorosamente rettilineo, nel senso che Descartes (a differenza di Galileo) specifica che la continuazione inerziale del moto avviene in linea retta.
La varieta` di moti riscontrabili in natura viene da Descartes imputata al fatto che il movimento inerziale rettilineo e` modificato dai continui contatti tra le diverse parti di materia. Nel corso di questi urti, la quantita` di movimento si conserva, mentre puo` cambiare la direzione del moto: “ove un corpo che si muove ne incontri un altro, – spiega Descartes – se ha meno forza per continuare in linea retta di quanta ne abbia quest’altro per resistergli, allora piega verso un’altra parte, e mantenendo il suo movimento, ne perde solo la determinazione; ma se ne ha di piu`, allora muove con sé l’altro corpo, e quanto gli da` del suo movimento, altrettanto ne perde”.
L’urto tra due corpi modifica, dunque, solo la direzione del movimento, lasciando inalterata la quantita` di moto.
Nella “favola del Mondo” Descartes ripercorre le fasi della formazione di un sistema solare simile al nostro, a partire dai soli “ingredienti” creati da direttamente da Dio: una materia – si e` detto – totalmente identificata con l’estensione (indefinitamente divisibile in parti distinte “solo per la diversita` dei movimenti che ricevono da lui”) e le leggi ordinarie della natura. Ebbene anche immaginando che il creatore arrestasse qui la sua azione, e non creasse piu` nulla successivamente, “senza neppure portarvi ordine e proporzione, facendone il piu` confuso e ingarbugliato caos che i poeti possano descrivere, basteranno le leggi di natura a far si` che le parti del caos arrivino a districarsi da sé, disponendosi in bell’ordine, cosi` da assumere la forma di un mondo perfettissimo, dove si potranno vedere, non solo la luce, ma anche tutte le altre cose, generali e particolari, che compaiono in questo mondo reale”.
Nella “favola del Mondo” Descartes ripercorre le fasi della formazione di un sistema solare simile al nostro, a partire dai soli “ingredienti” creati da direttamente da Dio: una materia – si e` detto – totalmente identificata con l’estensione (indefinitamente divisibile in parti distinte “solo per la diversita` dei movimenti che ricevono da lui”) e le leggi ordinarie della natura. Ebbene anche immaginando che il creatore arrestasse qui la sua azione, e non creasse piu` nulla successivamente, “senza neppure portarvi ordine e proporzione, facendone il piu` confuso e ingarbugliato caos che i poeti possano descrivere, basteranno le leggi di natura a far si` che le parti del caos arrivino a districarsi da sé, disponendosi in bell’ordine, cosi` da assumere la forma di un mondo perfettissimo, dove si potranno vedere, non solo la luce, ma anche tutte le altre cose, generali e particolari, che compaiono in questo mondo reale”.
L’azione del moto originariamente immesso da Dio nel mondo avrebbe prodotto, in particolare, tre tipi di materia differenziati unicamente per dimensioni e caratteristiche dinamiche delle particelle componenti.
L’azione del moto originariamente immesso da Dio nel mondo avrebbe prodotto, in particolare, tre tipi di materia differenziati unicamente per dimensioni e caratteristiche dinamiche delle particelle componenti.
Il sottilissimo “primo elemento”, costituito da particelle velocissime e minutissime (“limatura” residua dello sfregamento tra le parti della primitiva materia indifferenziata), andrebbe ad occupare gli interstizi (apparentemente vuoti) sussistenti tra le particelle degli altri elementi.
Il “secondo elemento” formerebbe la materia dei cieli, e darebbe vita a “vortici” di differenti densita` e velocita` − determinati dall’urto incessante dei vari tipi di particelle costituenti la materia − che animano tutto l’universo.
Il vortice creatosi intorno al Sole spiegherebbe il moto circolare (per trascinamento) dei pianeti, a loro volta composti dalle particelle, piu` grandi e pesanti, del “terzo elemento”.
Il meccanismo del vortice viene anche invocato da Descartes per dar conto di fenomeni fondamentali del mondo fisico quali la luce e la gravità. Quest’ultima corrisponde alla pressione delle particelle del secondo elemento che spingono verso il centro del vortice in cui e` collocata la Terra le particelle piu` grosse. La spinta centrifuga e` invece alla radice della spiegazione cartesiana della luce, identificata come l’allontanamento dal Sole e dalle altre stelle delle particelle del primo elemento, a causa, appunto, delle pressione verso l’esterno esercitata nel corso del loro moto vorticoso.
Il meccanismo del vortice viene anche invocato da Descartes per dar conto di fenomeni fondamentali del mondo fisico quali la luce e la gravità. Quest’ultima corrisponde alla pressione delle particelle del secondo elemento che spingono verso il centro del vortice in cui e` collocata la Terra le particelle piu` grosse. La spinta centrifuga e` invece alla radice della spiegazione cartesiana della luce, identificata come l’allontanamento dal Sole e dalle altre stelle delle particelle del primo elemento, a causa, appunto, delle pressione verso l’esterno esercitata nel corso del loro moto vorticoso.
Tutto l’universo e` dunque riportato all’azione per contatto sviluppata tra le varie parti della materia.
Anche i fenomeni del mondo della vita rientrano a pieno titolo in questo quadro esplicativo. Secondo Descartes, infatti, la vita e` identificabile con il calore, a sua volta riconducibile a un certo tipo di moto delle particellemateriali.In questa prospettiva, gli stessi organismi viventi sono assimilati a macchine: ne “L’Uomo” che costituiva, nel progetto originale, la prosecuzione del trattato “Il Mondo”, Descartes estende infatti all’uomo l’ipotesi con cui aveva dato vita all’universo fisico.
Anche i fenomeni del mondo della vita rientrano a pieno titolo in questo quadro esplicativo. Secondo Descartes, infatti, la vita e` identificabile con il calore, a sua volta riconducibile a un certo tipo di moto delle particellemateriali.In questa prospettiva, gli stessi organismi viventi sono assimilati a macchine: ne “L’Uomo” che costituiva, nel progetto originale, la prosecuzione del trattato “Il Mondo”, Descartes estende infatti all’uomo l’ipotesi con cui aveva dato vita all’universo fisico.
Anche i fenomeni del mondo della vita rientrano a pieno titolo in questo quadro esplicativo. Secondo Descartes, infatti, la vita e` identificabile con il calore, a sua volta riconducibile a un certo tipo di moto delle particellemateriali.In questa prospettiva, gli stessi organismi viventi sono assimilati a macchine: ne “L’Uomo” che costituiva, nel progetto originale, la prosecuzione del trattato “Il Mondo”, Descartes estende infatti all’uomo l’ipotesi con cui aveva dato vita all’universo fisico.
“Questi uomini saranno composti come noi di un’anima e di un corpo. Devo descrivervi prima il corpo e poi l’anima separatamente; infine devo farvi vedere come le due nature devono essere unite e congiunte per formare degli uomini simili a noi”.
Ed ecco come prosegue la narrazione:
“Suppongo che il corpo altro non sia se non una statua o macchina di terra che Dio forma espressamente per renderla piu` che possibile a noi somigliante”, fornendola, aggiunge, di “tutte le parti richieste perché possa camminare, mangiare, respirare, imitare, infine, tutte quelle nostre funzioni che si puo` immaginare procedano dalla materia e dipendano soltanto dalla disposizione degli organi”