Filozofická fakulta Masarykovy univerzity Ústav románských jazyků a literatur


LA CONCLUSIONE Pieno riassunto ovvero le allusioni ai grandi romanzi di Svevo



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4LA CONCLUSIONE

Pieno riassunto ovvero le allusioni ai grandi romanzi di Svevo

Il nostro elaborato si sta avvicinando man mano alla fine. Abbiamo analizzato tre novelle La novella del buon vecchio e della bella fanciulla (1927–28), Vino generoso (1926–27) e Una burla riuscita (1925–26), che avrebbero dovuto far parte della prima raccolta di novelle di Svevo: “il volume avrebbe riunito Una burla riuscita, Vino generoso ed una terza novella, ancora inedita. Il nuovo racconto, di cui Morreale conosce l’esistenza ma non possiede ancora il testo, non può che essere La novella del buon vecchio e della bella fanciulla, l’unico, tra i materiali non ancora pubblicati, giunto ad una redazione definitiva e sufficientemente ampio da permettere, insieme alla altre due novelle, di formare un volume.”120 Con la presente citazione abbiamo voluto chiarire anche il motivo legato alla scelta delle novelle per le analisi.


Nell’ambito della conclusione del nostro elaborato, vorrei però che ci concentrassimo ancora almeno su di una breve comparazione piuttosto strutturata fra i tratti osservati nei protagonisti delle novelle con alcune caratteristiche che hanno in comune con i protagonisti dei grandi romanzi di Svevo. Per la comparazione, ci permettiamo di prestare alcuni tratti, motivi, idee a cui sono legati i personaggi dei grandi romanzi – Alfonso, Emilio, Zeno – nei punti principali, trovati nelle osservazioni fatte già da Mario Ricciardi, i quali sono a disposizione nella sua pubblicazione, ricchissima di interessanti spunti, intitolata “L’educazione del personaggio nella narrativa di Italo Svevo”121.
Come vediamo, i protagonisti dei romanzi di Svevo, in certi aspetti, hanno abbastanza in comune con i loro “fratelli” delle novelle. Mi permetto dunque di riassumere in alcuni punti le affinità più importanti e più evidenti.

Una vita (Alfonso Nitti)

La condizione di anormalità [...] (nel) processo d'integrazione, di assimilazione.”122 Abbiamo trovato tale osservazione anche nel caso di Mario Samigli o anche nel protagonista di Vino generoso. In tutti e due i casi abbiamo sentito il loro bisogno d’assimilarsi, ovvero il senso di conformismo, lo sforzo di non esulare dalla normalità apparente. Mario in fondo è molto prudente, tuttavia, la volontà conformarsi alla situazione, che può aiutarlo a raggiungere la fama, lo spinge a comportarsi diversamente. Un problema simile attraversa anche il protagonista di Vino generoso. La volontà d’integrarsi nella compagnia in cui si trova durante la serata c’è, e tuttavia, anche questa appare forzata e patita solo con malavoglia. Agli occhi degli altri, allora, si sente quella certa anormalità che rende estranei i nostri protagonisti rispetto ai caratteri dei personaggi apparentemente normali. Il buon vecchio invece pare che cerchi solo di penetrare nei segreti dell’anima giovanile, capirla, spiegarla, educarla. Non sembra che abbia bisogno di assimilarsi alla giovinezza. È interessato ad avvicinarsi ad essa però non sforzandosi.


Se il contegno appare imposizione esterna, artificiosa, tutta sociale e per nulla naturale, anche il raggiungimento dell’equilibrio organico è il prodotto di un atto di costrizione o di violenza.”123 Un’affermazione del genere fa ricordare prima di tutto evidentemente il protagonista della novella Vino generoso, testardo che desidera sembrare naturale come vede negli altri convitati, cercando di fondersi con la compagnia, ma non ci riesce e, invece, diventa il bersaglio dell’attenzione opprimente di tutti.
La calma come quiete delle contraddizioni interne non può esercitarsi come esaurimento della tensione, scaricamento dell'energia e del turbamento [...] precipita poi nell'inerzia, nell'assenza di volontà.”124 Le parole di Ricciardi possono di nuovo avvalorare le affermazioni precedenti. Tutti e tre i personaggi sono visti privi di naturalezza e il loro sforzo può essere giudicato come un gesto di conformismo che non corrisponde però tanto con i loro concetti della realtà. Infatti, le contraddizioni gli danno disturbo, le sentono soprattutto nei rapporti con gli altri personaggi, combattono contro esse e tuttavia alla fine si arrendono: Mario cede alle condizioni della burla malgrado i propri dubbi, il protagonista di Vino generoso smette di ribellarsi alla cura, il buon vecchio spontaneamente lascia andare le cose così e perde di vista la fanciulla.
Il rapporto amoroso, la seduzione di Annetta è in contraddizione con il raggiungimento della felicità che non avviene col possesso di Annetta – il protagonista dell'anormalità non può raggiungere la piena soddisfazione.”125 L’irraggiungibilità della soddisfazione e della felicità è il problema che riguarda anche tutti e tre i protagonisti delle novelle. C’è sempre presente un ostacolo che impedisce la piena soddisfazione. Il buon vecchio non può raggiungere la soddisfazione poiché pare che non sappia nemmeno lui quello che lo rende felice. Nel suo caso il possesso della fanciulla, ovvero l’offerta del posto di infermiera, potrebbe causare solo l’aggravamento della sua condizione, del che lui sembra consapevole. Il medesimo caso capita anche al protagonista di Vino generoso: volendo essere soddisfatto, banchettando a piacimento, si provoca i problemi gastrici. Neanche Mario evita l’irragiungibilità della soddisfazione, visto che il sogno della felicità del successo si rivelerà in una semplice burla.
Gli strumenti del sogno e dell'immaginazione per affermare la propria individualità.”126 Il narratore usa in tutti e tre i “fratelli” sveviani. Abbiamo dichiarato di tutti e tre i protagon"isti che sono sognatori. Ognuno compensa il proprio sogno a suo modo: nel caso del buon vecchio abbiamo parlato di sogni veri e propri, incubi provati durante la notte. Nel protagonista di Vino generoso possiamo trovare due tipi d’immaginazione: un tipo di immaginazione o di sogno va considerato di sicuro l’incubo notturno (l’episodio nella grotta), ma un altro tipo in un certo senso può essere considerato anche lo stesso discorso fatto da lui-narratore ubriacato. Infine c’è Mario, i cui sogni, idee ed immaginazione sono trasmessi sulle pagine delle favole sui passerotti. Avendo detto, “per affermare la propria individualità”, abbiamo ancora da aggiungere che, siccome i sogni penetrano spesso nella realtà (se addiritura non si confondono con essa) della vicenda dei protagonisti; in tutti e tre casi i sogni e l’immaginazione, dunque, fanno parte del processo della formazione del carattere di ogni protagonista.
Il legame tra il sogno e il lavoro.”127 troviamo soprattutto in Mario, un letterato che, come abbiamo già detto, trasmette metaforicamente i propri sogni e le immaginazioni tramite le storie di tutti i giorni dei passerotti.
La sensibilità diversa dagli altri, un’attitudine all’emozione e alla commozione che connessa con quelle strutture immaginative [...] e in una condizione di inferiorità nei confronti di un sistema di valori che non riconosce più alla raffinatezza delle sensazioni il valore aristocratico.”128 Anche tale fatto testimonia una certa anormalità ben palpabile in tutti e tre i protagonisti delle novelle. I nostri protagonisti non sono più giovinetti come Alfonso, sono uomini già adulti, anziani con le esperienze alle spalle, tuttavia, abbiamo potuto vedere che la sensibilità giovanile non li ha abbandonati e anzi, li insegue e loro non sono in grado (o forse non ne hanno nemmeno volontà) di liberarsene.

Senilità (Emilio Brentagni)

Deformazione artistica.”129 Riguarda Mario che si libera dai dubbi, da qualsiasi idea opprimente e dall’insoddisfazione soprattutto scrivendo favole. Un altro caso si trova anche nel buon vecchio incompreso, il quale invece di esprimersi parlando più con il dottore o addiritura con la fanciulla, si limita anche lui alla scrittura delle note sulla giovinezza e sulla vecchiaia.


Un inetto che combatte con le armi del sogno e dell'immaginazione in un mondo dominato dall’aggressività, dalla forza, dalla violenza.”130 Un sogno nella funzione di una forza temporale che serve a premunirsi contro la ferita psichica che ogni nostro protagonista potrebbe incassare dalla realtà dolente. “Le fantasie che non hanno più molto in comune con ‘i sogni di giorno’ di Alfonso. I suoi sogni [di Emilio] sono i frutti dell’immaginazione di ‘un letterato ozioso’ che cerca un ideale della Donna e di un rapporto amoroso connesso con ella. [...] Preferisce la cecità alla chiaroveggenza che gli porta solo il dolore e il disincanto.”131 Nella maggior parte dei casi, i protagonisti trovano tale forza nell’attività letteraria: Mario e il buon vecchio, nell’ubriachezza nel caso del protagonista del Vino generoso. Nonostante ciò, come abbiamo visto, non evitano mai la sconfitta.
Immerso nella degradazione piccolo-borghese [...], perché (è) artista fallito.”132 Proprio come Emilio anche Mario non si presenta proprio come un autore importante e la burla, al contrario, funziona come un modo per fargli capire la sua inconsistenza.
Nella vicenda d'amore [...] organicamente inferiore, debole e soprattutto incapace di reggere il confronto.”133 Parlando della vicenda d’amore, possiamo riferirci solo al buon vecchio che infatti dimostra l’inferiorità e la debolezza nei confronti della fanciulla. Se considerassimo nella nostra riflessione la vicenda d’amore in senso metaforico, un’espressione di una storia importante, avremmo a disposizione subito anche un’altra conferma di quello che abbiamo detto prima; anche su Mario e il protagonista di Vino generoso che nei loro rapporti con gli altri risultano inferiori e deboli. L’incapacità di affrontare un confronto è un tratto più o meno presente in tutti i personaggi delle novelle il che crea spesso una tensione generale, che poi si rappresenta tramite i loro rapporti.

“’Maestro’ di virtù”.134 Così potremmo chiamare anche il nostro buon vecchio. Ricordiamo che anche lui ha intenzione di dare lezioni morali alla fanciulla la quale però non è interessata proprio come Angiolina, l’amante di Emilio.


Svevo lega ciascun protagonista all’ambiente che gli compete, lo differenzia nel tono dagli altri due per giungere a una opposizione.”135 Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio avviso da parte di Ricciardi: i personaggi sveviani possono trovare l’affinità anche nell’appartenenza all’ambiente di cui fanno parte. L’affinità più evidente è vista in Amalia (sorella di Emilio), Giulio (il fratello di Mario) e l’infermiera (il personaggio de La novella del buon vecchio) che al contrario stanno in opposizione ai personaggi che appartengono all’ambiente diverso: la fanciulla, il buon vecchio e Mario.

Angiolina non solo rappresenta una sconfitta del mondo dell'ideale [...], ma anche la fine di quell’ostinata illusione [...]; la salute organica di Angiolina si rovescia nella la vittoria di chi è più semplice.”136 Tale sconfitta del mondo dell’ideale, in riferimento a un rapporto amoroso, è presente di nuovo soprattutto nel buon vecchio, rispettivamente nella fanciulla che ne è la personificazione proprio come Angiolina. Tuttavia la sconfitta del mondo dell’ideale può essere percepita anche nel senso metaforico per Mario con la rivelazione della burla.



La coscienza di Zeno (Zeno Cosini)

Un’indicazione di igiene, di terapia individuale. Nell’ambito dei vari mezzi che l’uomo può usare per raggiungere la salute va collocata la letteratura, l’arte [...]; l’arte è un potente [...] mezzo terapeutico.”137 È ben afferrabile soprattutto nel caso di Mario e del buon vecchio, due letterati che, in corso della novella a cui appartengono, sviluppano la propria attività letteraria per dar sfogo alle idee che potrebbero opprimere la loro mente e potrebbero far così male alla salute.


La trasformazione del sogno in coscienza.”138 Il fenomeno che possiamo captare nell’incubo del protagonista della novella Vino generoso nella parte finale in cui attraversando la grotta artificiale, che assomiglia all’Aldilà, incontra altri personaggi della novella e riconosce non solo i loro caratteri denudati ma in parte anche il carattere proprio. Il secondo caso possiamo scorgere solo nel buon vecchio che passa dall’incubo alla realtà di una crisi cardiaca.
Tematica dei rapporti padre-figlio.”139 Anche se un rapporto padre-figlio non è presente in modo esplicito: in nessuna delle novelle appare, di fatti, una famiglia in cui ci sia un discorso di un padre e un figlio. Comunque, nei rapporti, con cui il lettore ha che fare nelle novelle, troviamo di sicuro un legame psicologico che potrebbe ben supplire o almeno rievocare tale rapporto familiare, lo ricordiamo per esempio nel rapporto tra Mario e Giulio, o piuttosto tra Mario e il capufficio Brauer che gli concede un inestimabile sostegno sia psicologico, sia professionale. (Infatti, nell’ambito della comparazione, il rapporto molto vicino, però non familiare, fa ricordare ancora meglio il rapporto tra Emilio e Balli nel romanzo di Senilità.)
Il problema della salute, della morte.”140temi principali delle opere di Svevo; “la salute e la malattia sono i due poli attorno a cui ruota l'esistenza dell'uomo, ma la salute e malattia come forze organiche e onnipotenti che condizionano qualunque atto, qualunque fatto.”141 I temi che appaiono in tutti e tre le novelle ed i loro protagonisti anziani si cimentano con i vari problemi di salute i quali, a volte, li portano quasi alla morte e infatti condizionano qualunque loro atto e qualsiasi cosa loro facciano.
Per concludere il nostro elaborato più compiutamente, aggiungiamo ancora solo un poscritto: Abbiamo esposto una certa quantità di tratti specifici che risultano dai fenomeni presenti nelle vicende narrate nelle novelle analizzate e ci permettiamo di sostenere che abbiamo trovato tali qualità dei personaggi che siano rilevanti per raggiungere l’obiettivo della tesi. Ricordiamo però che un personaggio di un racconto è sempre comunque un’entità aperta, perciò, anche se ci fossero ancora tanti altri tratti afferrabili, è ovvio che, in un mondo fittizio dalle inesauribili e impensabili possibilità, ci sarebbero sempre alcuni tratti che per un lettore rimarrebbero invisibili, dunque condannati a rimanere inafferrabili.

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