7.3. Garantire il trattamento e l’assistenza
In fase interpandemica e di allerta è cruciale mettere a punto le procedure per garantire un
razionale accesso alle cure, in modo da ottenere l’uso ottimale delle risorse:
- Censire la disponibilità ordinaria e straordinaria di strutture di ricovero e cura,
strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, operatori di assistenza primaria,
medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di continuità
assistenziale e specialistica ambulatoriale
- Censire le strutture di ricovero e cura dotate di dispositivi per la respirazione
assistita
- definire i livelli delle strutture dove i pazienti dovrebbero essere idealmente
trattati durante una pandemia (primarie, secondarie e terziarie, incluse le unità di
emergenza e cure intensive)
- Determinare il triage ed il flusso dei pazienti fra strutture sanitarie a vari livelli
- Individuare potenziali luoghi alternativi per le cure mediche (ad es. strutture
socio-sanitarie, RSA, scuole, ambulatori, etc)
- Definire i criteri per la sospensione di ricoveri programmati e la resa in
disponibilità di posti letto aggiuntivi
- Garantire l’adeguato approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione degli
antivirali, analogamente a quanto illustrato nella sezione dedicata al loro uso
come profilassi
- Fornire linee guida per l’uso di antivirali a scopo terapeutico. Per quanto
riguarda il trattamento, gli attuali antivirali sono efficaci se somministrati entro le
prime 48 ore dall’inizio sintomi. Inoltre, la suscettibilità del virus pandemico agli
antivirali sarà nota solo quando verrà isolato l’eventuale ceppo. L’uso degli
antivirali deve comunque avvenire dietro prescrizione e vigilanza medica sia a
livello di medico di famiglia sia livello ospedaliero.
- Definire linee-guida per il trattamento a domicilio dei casi
- Individuare le misure di supporto non di tipo sanitario, quali l’incremento dei
permessi per assistenza ex-L.104/92, i servizi di assistenza domiciliare
(conferimento pasti /spesa), il riconoscimento di permessi lavorativi a volontari
7.4. Mettere a punto piani di emergenza per mantenere i servizi sanitari ed altri
servizi essenziali
I servizi essenziali garantiscono il funzionamento della società. Oltre ai servizi sanitari,
cruciali per ridurre morbosità e mortalità della pandemia, sono esempi di servizi essenziali
la rete elettrica, idrica, i trasporti e le telecomunicazioni. Le considerazioni sugli effetti della
pandemia sui servizi essenziali sono una parte importante della pianificazione, secondo le
azioni seguenti:
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- Identificare il personale che può essere mobilitato per fornire assistenza sanitaria in
caso di pandemia
- Sviluppare una lista di servizi essenziali.
- Per ognuno dei servizi essenziali individuati, identificare il responsabile e mettere a
punto piani di emergenza che includano le procedure per coprire le assenze
durante la pandemia.
- Per ogni servizio essenziale, compilare un elenco di persone la cui assenza pone in
serio pericolo la sicurezza o interferisce pesantemente con la risposta alla
pandemia. Il personale di questi servizi deve essere identificato come prioritario per
la vaccinazione.
Il Ministero della salute si fa carico di concordare, con i Dicasteri coinvolti, le azioni sopra
elencate.
7.5. Mettere a punto un Piano di formazione
Analogamente a quanto è stato fatto in altre occasioni (Piano nazionale di eliminazione del
Morbillo e della rosolia congenita, AIDS, SARS) è importante che il Piano sia corredato da
un programma di formazione. Saranno emanate, pertanto, linee guida relative ad un Piano
di formazione Nazionale.
La formazione degli operatori impegnati nelle diverse fasi del Piano Pandemico
rappresenta un’attività essenziale da organizzare e realizzare prima del verificarsi dell’
eventuale pandemia.
La formazione è finalizzata non solo all’acquisizione di elementi cognitivi e di abilità
pertinenti alle attività e ai compiti svolti, ma anche alla loro utilizzazione pratica, continua e
verificata, soprattutto per consentire risposte pronte e corrette alle richieste semplici e
abituali, ma anche interventi più elaborati in situazioni operative insolite o complesse poste
dalla realtà professionale.
Per la realizzazione del Piano Pandemico l’attività formativa ha, pertanto lo scopo di
sviluppare la motivazione e il coinvolgimento degli operatori nel rispetto dei ruoli e delle
responsabilità, di potenziare le competenze tecnico-scientifiche e comunicativo-relazionali,
di favorire la condivisione del Piano e la sua applicazione operativa.
Un’attività formativa concordata può contribuire a determinare una collaborazione
integrata tra operatori sanitari e tra questi ultimi e gli altri soggetti sociali coinvolti nel Piano
di gestione della pandemia.
La didattica deve prevedere un programma formativo specifico per tutte le figure
professionali coinvolte, differenziato in relazione agli ambiti d’intervento, ai ruoli e alle
responsabilità: operatori dei servizi sanitari, ma anche personale dei servizi essenziali, e
giornalisti.
L’intera attività formativa deve essere partecipata e concordata a livello nazionale,
regionale e locale
Gli obiettivi generali del programma di formazione sono:
• Sviluppare le conoscenze sulla pandemia e sulla sua gestione, per attuare
interventi pronti e appropriati
• Fornire le competenze per condurre le attività previste dal piano al fine di
garantire un adeguato livello di protezione di tutta la popolazione
• Perfezionare le abilità per la comunicazione del rischio
• Sviluppare le competenze comunicativo-relazionali per intervenire nella gestione
dell’emergenza
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Gli obiettivi specifici devono essere definiti sulla base dei compiti e dei bisogni formativi di
ogni specifico target per il quale verrà progettato un programma di formazione ad hoc.
Si ritiene opportuno impostare l’attività di formazione su moduli formativi brevi, basati su
esperienze didattiche interattive, condotte con metodi e tecniche di apprendimento attivo
in grado di favorire la partecipazione e il feedback dei partecipanti: discussione in gruppo
su “temi“ e su “casi”, lavoro in piccoli gruppi, simulazioni, roleplaying, lezioni frontali
integrate da discussione.
Per poter garantire che tutti gli operatori interessati siano adeguatamente formati è utile
prevedere tre livelli di realizzazione dell’attività formativa che si attivino a cascata:
• nazionale/interregionale
• regionale
• locale
A livello nazionale verrà quindi realizzata la formazione dei formatori per il livello regionale,
progettando moduli formativi accreditati.
E’ necessario che a livello regionale siano individuate figure con specifiche competenze
didattiche che possano garantire la realizzazione del globale percorso formativo in un
processo di formazione a cascata.
L’obiettivo è quello di creare una rete di formatori che assicuri la formazione a livello
periferico su tutto il territorio. I formatori regionali hanno il compito di organizzare e
condurre le attività formative dei livelli regionali e locali.
Per facilitare l’intera iniziativa è opportuno prevedere la predisposizione di materiale
didattico standard scritto e/o elettronico a sostegno del processo formativo: un pacchetto
formativo comprensivo di informazioni di contenuto, riferimenti bibliografici e telematici,
indicazioni organizzative e metodologiche.
Può essere efficace adottare anche la formazione a distanza ad integrazione della
formazione d’aula che per essere fruibile deve prevedere l’accesso ad internet per gli
operatori interessati.
Il materiale fornito a livello centrale deve essere adattabile alle situazioni regionali
specifiche.
Per garantire la continuità del processo di formazione, dopo il primo incontro formativo, è
possibile ricorrere a mezzi specifici che facilitino gli scambi comunicativi tra i soggetti
coinvolti come la posta elettronica, i siti internet dedicati, incontri in piccoli gruppi in sede
locale o ancora prevedere esperienze formative periodiche di approfondimento.
7.6. Mettere a punto adeguate strategie di comunicazione
La comunicazione rappresenta un’abilità e una risorsa dell’Organizzazione Sanitaria
essenziale per la gestione di eventi di Sanità pubblica.
Il processo comunicativo attraversa infatti in modo trasversale le diverse fasi di gestione
dell’evento sanitario (identificazione, stima, valutazione, gestione) e aumenta la sua
efficacia quando l’Organizzazione ne riconosce l’importanza fin dall’inizio (nella fase di non
emergenza) e predispone un Piano specifico per la sua realizzazione.
Un piano di comunicazione deve pertanto prevedere:
- la preparazione delle strutture organizzative nazionali, regionali e locali per
stabilire rapporti di collaborazione tra le Istituzioni e per garantire la circolazione
delle informazioni tra gli operatori impegnati sul campo (comunicazione interna)
e tra tutti i soggetti sociali coinvolti con ruoli, competenze, interessi e percezioni
diverse
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- la scelta di portavoce a livello nazionale e locale
- la costruzione di un processo comunicativo continuo sul rischio, bidirezionale,
interattivo, di scambio e condivisione di informazioni e opinioni che garantisca la
chiarezza, la trasparenza, la tempestività l’omogeneità e l’affidabilità
dell’informazione e rafforzi la credibilità delle istituzioni (comunicazione esterna)
- la creazione di partnership con altre autorità e istituzioni presenti sul territorio
nazionale e a livello internazionale, e con la società civile
- la pianificazione di una strategia di comunicazione che preveda un utilizzo
integrato dei mezzi di comunicazione scelti di volta in volta in base al target, agli
obiettivi, alle risorse, al tempo,con lo scopo di favorire non solo un passaggio
unidirezionale di informazioni (media, siti web, opuscoli informativi,
documentazione, articoli), ma anche uno scambio bidirezionale (colloquio faccia
a faccia, colloquio telefonico, numero verde)
- lo sviluppo di un rapporto di collaborazione con i media attraverso la costante e
chiara comunicazione delle informazioni disponibili anche se incerte
(comunicazione dell’incertezza)
In particolare, per quanto riguarda la comunicazione con la popolazione generale si
provvede a:
- definire messaggi chiari, omogenei, condivisi a livello nazionale e locale,
elaborati sulla base della percezione collettiva del rischio
- consolidare i rapporti con mezzi di comunicazione di massa a tutti i livelli
- preparare materiale informativo ad hoc destinato e utilizzabile da soggetti
diversi, comunicatori, portavoce organizzativi, la preparazione di comunicati ad
uso dei media
- attivare canali comunicativi con il pubblico attraverso mezzi di comunicazione
unidirezionali (siti web, posta elettronica) e mezzi bidirezionali (linee telefoniche
dedicate, comunicazione vis a vis tra cittadino e operatori in spazi e tempi
differenziati)
- predisporre conferenze audio e/o video tra le strutture nodali a livello centrale e
a livello locale.
7.7. Monitorare l’efficacia e l’efficienza delle misure intraprese
E’ necessario disporre di un sistema di monitoraggio del Piano, le cui funzioni vanno
strutturate per fasi.
Il sistema di monitoraggio si basa su una struttura di rete CCM-Regioni-Dicasteri coinvolti,
all’interno della quale si genera un flusso continuo di dati utili per le attività di Piano e fa
capo al sottocomitato scientifico CCM “influenza e pandemie influenzali”.
In periodo interpandemico
Individuazione dei referenti di rete
Individuazione delle modalità e delle procedure di input e di output
Standardizzazione delle procedure di rilevamento
Fase 3
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Monitoraggio sull’emanazione dei Piani regionali e sulla coerenza con le Linee Guida per
la stesura dei Piani regionali
Censimenti delle capacità/risorse previsti dal Piano
Monitoraggio sull’implementazione delle capacità/risorse individuate dal Piano e dai Piani
regionali
Fasi successive
Valutazione relativa ad efficienza, ed eventualmente efficacia, delle misure intraprese, che
includa:
- Durante la pandemia, monitorare attraverso dati di sorveglianza l’efficacia di campo
delle misure di sanita’ pubblica intraprese, degli antivirali e del vaccino pandemico
- Monitorare attraverso dati di sorveglianza la sicurezza degli antivirali e del vaccino
pandemico
- Assicurare la valutazione della risposta alla pandemia una volta che la prima
ondata sia conclusa. La valutazione dovrebbe concentrarsi sulla risposta a tutti i
livelli e dovrebbe condurre alle raccomandazioni per il miglioramento
- Assicurare che i risultati delle ricerche, sia locali che internazionali, siano resi
pubblici per supportare il miglioramento delle strategie di risposta
- Considerare se condurre studi per determinare i fattori di rischio per le infezioni
umane e la probabilità di trasmissione interumana. Definire i dati necessari e
sviluppare una strategia per la raccolta (e se possibile per l’analisi).
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8. GESTIONE E COORDINAMENTO
La sorveglianza ed il controllo delle malattie infettive vedono coinvolti lo Stato e le Regioni
in azioni condivise e coordinate.
Inoltre, la costituzione del CCM, cui la Legge 138/04 affida compiti di analisi e gestione dei
rischi, offre un ulteriore braccio operativo condiviso tra Regioni e Ministero della Salute.
Infatti, il CCM opera in coordinamento con le Strutture regionali, con gli Istituti Tecnici
Nazionali, gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, le Università, gli Istituti di Ricovero e Cura
a Carattere Scientifico e altre Strutture di assistenza e ricerca pubbliche e private nonché
con gli Organi della Sanità Militare.
Inoltre, nel Comitato Strategico di indirizzo, organo politico del CCM presieduto dal
Ministro della salute, sono presenti le Regioni, il Dipartimento della Protezione Civile, il
Ministero della Difesa.
Nel caso di epidemie ed epizoozie di dimensioni nazionali o internazionali il D. Lgs. 112/98
(titolo IV, capo I, art. 112, comma 3, lett. g) affida al Ministero della salute ulteriori compiti
compreso la concertazione delle misure di tipo non sanitario con enti e istituzioni coinvolte
ed il collegamento con istituzioni sopranazionali.
Le azioni sanitarie a livello territoriale sono garantite dalle Regioni; il concerto ed il
coordinamento fra le azioni intraprese può garantire l’efficacia degli interventi ed il
contenimento di epidemie anche ad estensione regionale o nazionale.
Pertanto, l’adozione da parte del Ministero e delle Regioni delle azioni previste dal
presente Piano, tese al raggiungimento degli obiettivi di sanità pubblica, condivisi con
l’’Organizzazione Mondiale della Sanità, può minimizzare il rischio di diffusione di un
nuovo virus e/o minimizzare l’impatto della pandemia, soprattutto considerando che la
pandemia potrebbe essere preceduta da focolai di infezione localizzati in alcune aree
geografiche (Fasi 4 e 5).
Qualora, invece, l’impatto della pandemia non possa essere contenuto con gli ordinari
strumenti di prevenzione e controllo e si configuri un quadro di calamità che, per intensità
ed estensione deve essere fronteggiato con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei
Ministri, sulla base delle richieste e/o valutazioni formulate dal Ministro della Salute, su
proposta del Presidente del Consiglio, può deliberare lo stato di emergenza.
8.1. Aspetti chiave dell’organizzazione
Le attività in preparazione e risposta alla pandemia sono sia di tipo sanitario, incluso
l’ambito veterinario, sia non sanitario.
Pertanto, le Regioni ed il Ministero della Salute, sulla base degli elementi informativi
disponibili e delle valutazioni di rischio/impatto riferite alla situazione sussistente,
individuano le misure operative ritenute necessarie, che adottano di concerto con le altre
Amministrazioni interessate.
Di seguito viene riportata la struttura relativa alla gestione e coordinamento relativa alla
risposta alle varie fasi di rischio pandemico, in assenza di dichiarazione nazionale di stato
di emergenza.
Organo di consulenza
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Il Ministro della Salute si avvale del CCM, organo condiviso con le Regioni, e del suo
Sottocomitato Influenza e Pandemie influenzali.
CCM e Sottocomitato svolgono le funzioni ad essi attribuite dalla normativa vigente, sulla
base dei dati informativi raccolti.
Il Ministro della Salute, laddove la situazione nazionale o internazionale ne pongano una
chiara indicazione, può richiedere l’operatività protratta dell’Organo di consulenza, fino ad
una copertura per 24 ore su 24, per sette giorni su sette.
Struttura operativa
Al fine di poter disporre di un quadro aggiornato di situazione, nazionale ed internazionale,
indispensabile supporto ad un’attività decisionale tempestiva e coerente, l’organizzazione
di gestione e coordinamento si avvale di alcune funzione imperniate su un network di
monitoraggio, comunicazione e di risposta integrata.
La struttura operativa è implementata a livello centrale (Stato) e territoriale
(Regioni/Province autonome), in armonia con quanto previsto dal D. Lgs. 112/98 e dal D.
Lgs. 267/00, nonché con quanto stabilito dalla Legge 138/04.
La struttura operativa raccoglie capacità e funzioni esistenti nel tessuto sanitario della
singola Regione e del Ministero ed è articolata su tre livelli: centrale, regionale e
territoriale. In dettaglio, ciascuna Regione definisce una propria organizzazione di struttura
operativa coerente con le funzioni richiamate in questo Piano e definita da un apposito
documento di implementazione del Piano di livello regionale.
Funzioni della struttura operativa
La struttura operativa ha il compito di monitorare e coordinare tutte le azioni previste dal
Piano ed illustrate nel capitolo 7 (sorveglianza, misure di prevenzione e controllo
dell’infezione, monitoraggio ed approvvigionamento della risorse per il trattamento dei
casi, mantenimento servizi sanitari ed essenziali, formazione e comunicazione).
Oltre a quanto già riportato, la struttura operativa:
− Gestisce i rapporti con le organizzazioni nazionali ed internazionali: WHO
Influenza collaborative Centre, OIE/FAO, EISS; ISS-CIRI per il protocollo
INFLUNET; Unità centrale di Crisi della Direzione Generale di sanità e
veterinaria ed alimenti ex art. 1 D.L. 202/05, ISS-IZSP per gli eventi
veterinari
− Interfaccia i sistemi di allerta rapido per il campo umano e veterinario
(afferenze internazionali - WHO CSR, OIE/FAO e EWRS - , afferenze
nazionali e afferenze territoriali), secondo i criteri definiti per le fasi
interpandemiche e pandemiche
− Segue le attività di medical intelligence (rumors mediatici e informazioni
classificate)
− Monitorizza la disponibilità delle seguenti capacità/risorse:
o esperti in emergenze di sanità pubblica
o teams sanitari, nazionali e territoriali, di risposta rapida ad emergenze
infettive
Sicurezza e operatività dei sistemi di trasmissione dati
Il sistema in rete di monitoraggio di situazione e di risposta e il sistema di comunicazione
fanno riferimento a sistemi di trasmissione dati dedicati a tale funzione, dotati di capacità
di supporto che ne garantiscano l’operatività 24 ore al giorno e sette giorni a settimana,
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individuazione di utenze abilitate e procedure di sicurezza nei confronti di manipolazioni
accidentali o intenzionali da parte di utenze non abilitate.
La trasmissione dati dovrà prevedere la possibilità di ricorrere a sistemi e procedure
alternativi in caso di inabilitazione protratta dei sistemi principali di
trasmissione/comunicazione.
Responsabilità
Il Ministero della Salute, anche per il tramite del CCM, assume la responsabilità di
pianificare, approntare e mantenere in efficienza le capacità/risorse sanitarie per la
risposta ad eventi epidemici influenzali sotto egida nazionale in armonia con la presente
pianificazione. In riferimento alle capacità/risorse integrate e interdipartimentali, tale
responsabilità è condivisa dal Ministero della Salute con i Dicasteri e gli organismi
istituzionalmente competenti.
Le Regioni/Province autonome assumono, ciascuna per gli aspetti di competenza
territoriale ma in coerenza con la presente pianificazione e di concerto con il Ministero
della Salute, le responsabilità di approntamento e mantenimento in efficienza e in armonia
con la presente pianificazione di tutte le capacità/risorse indispensabili a porre in atto le
contromisure per le fasi di prevenzione, contenimento, risposta, ripristino in relazione ad
eventi epidemici influenzali.
In relazione alle responsabilità in fase di preparazione il Ministero della Salute, per il
tramite del CCM, cura:
o d’intesa con le Regioni/Province autonome, le attività programmatiche per la
implementazione delle capacità/risorse necessarie, con quantificazione degli oneri
da sottoporre alla valutazione dell’Autorità governativa per l’indispensabile e
vincolante finanziamento;
o d’intesa con le Regioni/Province autonome, la attività di specifica formazione del
personale sanitario condotte anche in collaborazione con le Società scientifiche e le
Federazioni di categoria degli operatori sanitari;
o sentito il parere degli Organi decisionali nazionali, d’intesa con gli Organismi
istituzionali eventualmente interessati e con le Regioni/Province autonome, la
realizzazione di esercitazioni finalizzate a ottimizzare la pianificazione ed il modello
di risposta ad emergenze di Sanità pubblica.
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